Traduttore

mercoledì 28 gennaio 2015

venerdì 9 gennaio 2015

Ernesto Butta: il secondo giornalista morto nella Prima Guerra Mondiale

Riceviamo dal Prof. Pierluigi Franz, la seguente lettera che volentieri mettiamo a disposizione di tutti i lettori. Il materiale riferito a Lamberto Durante è su www.anconalastoria.blogspot.com

Oggetto: L’8 gennaio 2015 ricorre il 1° Centenario della morte di Ernesto Butta di Sassari, redattore de “La Nuova Sardegna”, il secondo giornalista italiano della Legione garibaldina Caduto eroicamente contro i tedeschi nelle Argonne (Francia) durante la 1^ Guerra Mondiale.

Roma, 27 dicembre 2014

Egregio Professore,

La informo che l’8 gennaio prossimo ricorre il 1° Centenario della eroica morte in combattimento di Ernesto Butta di Sassari, redattore de “La Nuova Sardegna”, il secondo giornalista italiano Caduto nella Grande Guerra con la Legione Garibaldina nelle Argonne contro i tedeschi.

Le invio il materiale da me raccolto in anni di ricerche unitamente a quello gentilmente inviatomi dal collega de “La Nuova Sardegna” Piergiorgio Pinna che invio a parte.

Il nome di Ernesto Butta non figura per errore e/o dimenticanza sulla lapide con i nomi di 83 giornalisti Caduti in guerra nel 1915-1918, inaugurata da Mussolini il 24 maggio 1934 al Circolo della Stampa di Roma e casualmente ritrovata a Roma nel maggio 2011 in una cantina dell'INPGI.

Le segnalo che oltre a Butta vi sono altri 3 giornalisti sardi Caduti nella Grande Guerra (Nunzio o Annunzio Cervi di Sassari, Attilio Deffenu di Nuoro e Salvatore De Rosa di Cagliari) dei quali Le invierò con separate e mail le notizie da me raccolte.

A mio parere sarebbe opportuno onorare la loro memoria e il loro sacrificio.

Con i miei più cordiali saluti ed auguri di Buone Feste!

Pierluigi Roesler Franz
Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti
Via Alessandro Serpieri 7
00197 ROMA
06-321.45.74
335-820.12.40

                                                    
Chi era Ernesto BUTTA, giornalista de “LA NUOVA SARDEGNA”, Garibaldino, il 2° giornalista della Legione Garibaldina morto contro i tedeschi nelle Argonne (Francia) nella 1^ Guerra Mondiale. L'8 gennaio prossimo ricorrerà il 1° Centenario della sua morte.


Ernesto BUTTA di Sassari, giornalista de “LA NUOVA SARDEGNA”.

Fu il 2° giornalista italiano morto nella 1^ Guerra Mondiale, ma per errore non compare nell'Albo d'Oro dei Caduti nella Grande Guerra. 

Era uno dei garibaldini della Legione Garibaldina che combatterono assieme ai francesi contro i tedeschi nelle Argonne (Francia) dove tra la fine del 1914 e i primi mesi del 1915 caddero 300 soldati ed ufficiali, 400 restarono feriti e un migliaio si ammalarono. 


Era nato a Sassari il 26/7/1877. Figlio di Giovan Battista e Domenichina Mundula, si era sposato a Roma con Ernesta Contini (nipote amatissima del noto attore drammatico Dillo Lombardi, che all'epoca lavorava nel cinema nella "Savoia Films") da cui ebbe un figlio ancora in tenera età. Era molto legato al giovane fratello Ettore, impiegato nelle Poste, al quale inviò numerose toccanti lettere come quella del 2 gennaio 1915 (appena 6 giorni prima della sua morte), scritta da Avignone su carta intestata dell'hotel du Louvre che si concluse così: "Rammenta che in questa mia nuova partenza che é la definitiva verso la sorte ultima, qualunque essa sia, nell'abbracciarti io ti dico per l'ultima volta: addio. Tuo Ernesto". 

Ernesto Butta compì gli studi ginnasiali a Nuoro dove il padre era stato trasferito nel 1887, restando molto legato a questa città che considerava la sua 2^ patria. Tornò poi a Sassari per il liceo, ma conseguì la maturità ad Alba in Piemonte dove il padre era andato a lavorare. Dopo la morte del genitore svolse il servizio militare di leva e si trasferì poi a Ginevra da dove per la polizia italiana, che lo riteneva un anarchico, avrebbe inviato una lettera minatoria a Re Umberto I di Savoia. Ma fu assolto con formula piena dalla Corte d'assise di Cuneo. 

Girò poi per l'Italia, tornò in Svizzera, quindi passò in Corsica e per l'insistenza della mamma di nuovo a Sassari dove s'iscrisse all'Università. Andò poi a New York, quindi a Roma e a Parigi.

Spirito libero, forte polemista e brillante resocontista fu sin dai primi del 1900 Redattore della "NUOVA SARDEGNA", quotidiano progressista fondato a Sassari nel 1892 da un gruppo di imprenditori e borghesi illuminati del Nord Sardegna, tra i quali il nonno di Enrico Berlinguer. Fu Corrispondente del "GIORNALE DI SICILIA", de "LA PATRIA DEGLI ITALIANI" di New York e redattore de "LA RAGIONE". Lavorò a lungo anche a Roma nella Sala Stampa a San Silvestro.
Repubblicano. Garibaldino. Amava professare liberamente le sue idee e non mancava mai nelle riunioni sovversive. Ma fu spesso abbastanza incompreso dalla polizia anche se poi assolto dalla magistratura. Nel 1904 era stato richiamato a svolgere come sergente il servizio militare in Italia, ma la polizia lo accusò di nuovo di essere un sovversivo herveista. Fu così arrestato e rimosso dal grado di sergente. Esule in Francia dopo aver scontato 10 mesi di carcere per diffamazione a mezzo stampa, si adattò a fare il minatore per sfamare sé e la sua compagna.

Nel 1914 si trasferì da Marsiglia a Parigi e allo scoppio della guerra fu tra i primi a rispondere all'appello arruolandosi il 27 agosto con i volontari italiani e mandato ad Avignone al 1° Reggimento "Etranger". Dopo 20 giorni chiese ed ottenne di passare nella speciale Legione garibaldina,  che faceva sempre parte del 1° Reggimento "Etranger". Su proposta del generale Peppino Garibaldi (nipote dell'Eroe dei Due Mondi) fu nominato con decreto del Ministro della Guerra francese ufficiale dell'esercito transalpino con il grado di tenente, acquisendone così anche a tutti gli effetti i diritti e i doveri. Ottenne poi una licenza perché gli era nato il primo figlio e non partecipò ai primi combattimenti di Natale. Tornato ad Avignone, venne mandato nelle Argonne dove combattè assieme ai francesi contro i tedeschi come TENENTE del CORPO VOLONTARI ARGONNE 4° REGGIMENTO LEGIONE GARIBALDINA 2° Battaglione, Comandante della 3^ Compagnia.  

Cadde l'8/1/1915 nella foresta di Ravin de Meurissons/Varennes nelle Argonne nei pressi di Verdun (FRANCIA). Morì all'istante dopo essere stato colpito in fronte da una palla esplosiva tedesca mentre correva fuori della trincea alla testa della sua Compagnia. Giunto infatti presso il capitano Angelotti questi lo esortò a non esporsi troppo e a ripararsi. Ma fu un'inutile raccomandazione perché, pieno di ardore, egli volle ugualmente lanciarsi nella mischia con gli uomini della sua Sezione con l'obiettivo di occupare un'altra trincea nemica.

Fu così il 2° giornalista della Legione Garibaldina a morire nelle Argonne (Francia) appena 3 giorni dopo l'anconetano Lamberto Duranti.

Dettero notizia della sua morte la "Nuova Sardegna" del 12-13 gennaio 1915 in 1^ pagina, il Corriere della Sera, Il Secolo, e il Corriere del Mattino.

Dalle autorità francesi ottenne una menzione all’Ordine dell'esercito ("Citation à l’Ordre de l’Armée") il 16 gennaio 1915 con questa motivazione: "Le Lieutenant BUTTA, du 4ème Régiment de Marche du 1er Etranger, le 8 janvier, ayant reçu l’ordre d’occuper une autre tranchée avec sa section, a exécuté immédiatement cet ordre. Resté en dehors de la tranchée pour s’occuper de ses hommes, a été tué d’une balle au coeur".

Fu sepolto in Francia. Prima nel CIMITERO DE LA FORESTIERE, poi nel Cimitero militare italiano di BLIGNY, Tomba n. 1778, dove fu eretto un Monumento con una scritta in onore della Legione Garibaldina per le sue gesta eroiche nelle Argonne. Vi si legge: "Bolante, Courtes Chausses, Ravin des Meurissons qui composte sono le ossa degli anticipatori dell'Argonna, o Francesi o Italiani ubbidite al comandamento garibaldino!"

Non compare per errore nell'Albo d'Oro dei Caduti nella Grande Guerra. Nelle Argonne tra la fine del 1914 e i primi mesi del 1915 la Legione Garibaldina ebbe 300 morti, 400 feriti e un migliaio di ammalati.

VI E' LA SUA FOTO FIRMATA che accludo assieme alla copia del suo certificato di morte. 


                                                    xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx