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giovedì 29 ottobre 2015

Grande Guerra. La prigionia. Servignano. Un convegno riuscito. Il resoconto



Nota del 
Prof. Poalo Giunta La Spada


Il Convegno Seminario di Studio di oggi, alla Casa della Memoria di Servigliano, ha, anzitutto, messo in luce l'immane tragedia della prima guerra mondiale: una guerra totale perchè le potenze europee detenevano l'85% della superficie del pianeta; perchè australiani e zelandesi si trovarono a combattere in Turchia; gli indiani si trovarono nei reparti d'assalto britannici sul fronte franco-tedesco, e popoli di ogni parte del mondo furono chiamati al conflitto; fu consumato uno dei più mostruosi genocidi della storia dell'umanità quando i turchi, con la supervisione tecnica degli alleati tedeschi, procedettero allo sterminio di un milione e mezzo di armeni.
Fu la guerra dei miti fabbricati per convincere pacifici contadini a morire: le ideologie del nemico assoluto, e il mito della virilità e del combattente, servivano a convincere le popolazione europee che la guerra era inevitabile, o "sola igiene e pulizia" del mondo.
La guerra produsse 10 milioni di morti e milioni di feriti con mutilazioni permanenti, deportazioni forzate di milioni di persone, distruzione di ogni forma di vita civile.
In questo contesto il tema della prigionia è rimasto ignorato fino alla fine degli anni 90.
Solo allora è iniziato un nuovo interesse per l'esperienza che fecero, solo in Europa, 9 milioni di persone, in teoria trattate secondo la Convenzione de L'Aia del 1907, in pratica spesso sottoposte a marce forzate e a punizioni e umiliazioni.
Il Convegno Seminario di oggi è, da questo punto di vista, un segno di svolta negli studi sul tema perchè ha illustrato non solo le modalità della prigionia a partire dal campo di Servigliano, ma ha messo in luce anche temi e aspetti pressochè sconosciuti, come la decisione del Governo Salandra - Sonnino di non far pervenire viveri ai prigionieri italiani condannati quindi a morire, o la drammatica gestione dei prigionieri austro-ungarici in Italia, come nel caso dei prigionieri detenuti all'Asinara.
Il convegno, organizzato dalla Casa della Memoria con il Comando Militare Marche e l'alto patrocinio della Prefettura di Fermo, ha visto come relatori il prof. Paolo Giunta La Spada, Direttore Scientifico e Culturale della Casa della Memoria, e lo storico, Generale Massimo Coltrinari.
Erano presenti il Presidente dell'Associazione storica, dr. Emidio Pipponzi, il Sindaco di Servigliano avv. Marco Rotoni, il rappresentante della Provincia dr. Stefano Pompozzi, Il Generale di Brigata Rosario Silvestro Moschella, il Prefetto di Fermo Angela Pagliuca, numerose autorità civili e militari, esperti e studiosi di storia, gli studenti delle scuole di Servigliano e la Quinta Classe PTA della Sezione Agraria di Montegiorgio dell'ITI Montani.
In particolare, nella seconda fase dell'incontro, gli studenti hanno posto numerose domande ai due relatori e si è sviluppato un confronto significativo e ricco di spunti per successive iniziative di stuidio


martedì 20 ottobre 2015

Grande Guerra: La Prigionia. Servignano 28 ottobre 2015

la Prigionia italiana nella Grande Guerra”

Sintesi della conferenza

Dopo un rapido cenno alla prigionia sotto il profilo del Diritto Umanitario (Convenzione dell’Aia del 1907) in cui si sottolineerà i caratteri precipui della prigionia e del soldato prigioniero, si traccerà un quadro rapido delle fasi della prigionia (resa, cattura, invio all’indietro, avviamento ai campi di smistamento, registrazione, invio ai campi di concentramento, vita in prigionia e trattamento della potenza detentrice, fine della prigionia, rimpatrio, analisi e processo del comportamento in prigionia, invio al domicilio o ai reparti in armi.

Nel dettaglio della prigionia nella Grande Guerra, si esaminerà la resa e la cattura nei termini quantitativi, durante le undici battaglie dell’Isonzo (1915-1917) la dodicesima, Caporetto, e le tre battaglie finali (d’arresto, novembre, 1917, del solstizio, giugno 1918 e di Vittorio Veneto). Per determinare il numero dei soldati italiani prigionieri dal 1915 al 1918.

Indi una analisi di dettaglio sul trattamento della potenza detentrice sia riguardo agli Ufficiali sia riguardo ai sottufficiali e truppa e la vita dei campi di concentramento, con indicazione di varie situazioni in Germania e in Austria e in Ungheria. Cenni verranno fatti in merito al sostegno ed alla assistenza ai prigionieri dato dalla madre patria, sia attraverso le organizzazioni private che attraverso l’azione del Governo Italiano, con cenni alla situazione di pria e dopo la battaglia di Caporetto.

Dopo una valutazione complessiva della prigionia italiana in mano agli Imperi Centrali dal 1915 al 1918, si tratterà del Rimpatrio, nelle forme previste dalle convenzioni e come effettivamente si svolse, con descrizione di casi particolari. Sarà tracciata una “geografia” dei campi di concentramento in Austria, Germania e in Ungheria, e sarà fatto un bilancio generale, ovvero il “costo” della prigionia in termini di vite umane con considerazioni di carattere pertinente, ovvero si porrà la domanda delle ragioni per cui dalla prigionia  su oltre 600.000 uomini oltre 100.000 non tornarono.

Spazio, a seguire, sarà dedicato al progetto di inviare i prigionieri di guerra nelle colonie ed al nuovo concetto della prigionia come fenomeno di massa. In particolare sarà dedicate considerazioni sull’azione del Governo Italiano nei confronti dei prigionieri di guerra e l’atteggiamento del Comando Supremo verso il soldato prigionieri

Considerazioni finali su questo particolare aspetto della Grande Guerra saranno i temi conclusioni della conferenza

Massimo Coltrinari
(prigionia@libero.it)



domenica 4 ottobre 2015

4 Novembre Conferenza ai "Mercoledi del nastro Azzurro" dedicata alla prigionia


MERCOLEDI DEL NASTRO AZZURRO

 Draf.

Luogo:: Sede della Presidenza del Nastro Azzurro
Data . 4 Novembre 2015 ore 17

Titolo Conferenza: “ La Prigionia italiana nella Seconda Guerra Mondiale. 1940-1943”

Conferenziere Massimo Coltrinari[1] 
(massimo.coltrinari@libero.it)


La conferenza si apre con un breve cenno su cosa è la Prigionia di Guerra, la sua struttura e le sue fasi (resa, raccolta, invio all’indietro, censimento, smistamento, detenzione, trattamento, termine, rimpatrio, controllo del comportamento, riarruola mento o invio al proprio domicilio); un cenno alla figura del Prigioniero di Guerra ( diritti, doveri e status) e, infine brevissimo cenno alla Convenzione di Ginevra ( e precedenti accordi)  del 1929, in vigore durante la Seconda Guerra Mondiale. Qesta parte si conclude con una chiarificazione tra Il Prigioniero di Guerra  ed altre figure quali il Deportato, l’Internato Militare  ecc.

La Seconda Parte della conferenza è incentra nella descrizione di un quadro generale della prigionia italiana nella Seconda Guerra Mondiale nell’arco di tempo che va dal 10 giugno1940 all’8 settembre 1943.

 In questo arco di tempo i soldati caduti in mano ai Paesi a cui avevamo dichiaro guerra sono divenuti Prigionieri in mano alla Francia, in mano Alla Gran Bretagna, in mano alla Grecia, in mano alla Jugoslavia, in mano all’Unione Sovietica, in Mano agli Stati Uniti.

Ricollegandosi all’ultimo “Mercoledì del Nastro Azzurro”, in cui Carlo Vicentini ha parlando anche della sua esperienza di prigioniero in URSS, si tratterà della Prigionia in URSS, partendo dall’assiona che questa prigionia, in termini strettamente giuridici ed oggettivi, non fu, come trattamento inferiore a quella delle altre Prigionie

Poi si tratterà della prigionia in mano alla Gran Bretagna, con riguardo a quella in Egitto, in Palestina, in Kenya, in Sud Africa, in India, a Gibilterra a e nel territorio metropolitano britannico, con considerazioni pertinenti per ogni luogo citato.

Di seguito la prigionia in mano alla Jugoslavia ed alla Grecia, con accenni a queste peculiarità, per passare poi alla Prigionia in mano agli Stati Uniti sia nel Nord Africa che nel territorio metropolitano, con particolare cenno al campo di Hereford, e si descriveranno brevemente prigionieri illustri come Berto, Tumiati e Burri, che proprio in questi giorni vede una grande mostra a lui dedicata a New York.

Infine si tratterà della prigionia italiana in mano ai Francesi della Francia Libera come esempio di  flagrante violazione delle norme della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di Guerra del 1929, in quanto l’Italia non era in guerra con la Francia, a seguito dell’armistizio firmato a Villa Incisa il 25 giugno 1940. Fin da adesso si può dire che la prigionia in mano ai Francesi fu, in termini di efferatezza e crudeltà, di molto superiore ad ogni altra prigionia nella seconda guerra mondiale

La Conferenza non tratta dei prigionieri nemici ( Francesi. Britannici, Greci. Jugoslavi, Sovietici ed altri) in mano italiana per lo stesso periodo considerato e si concluderà con un dibattito, secondo la tradizione dei “Mercoledi del Nastro Azzurro”



[1] Generale, storico, docente, cultore della materia alla Sapienza, Cattedra di geografia Politica ed Economica; è Direttore del CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare e come tale direttore della rivista “ Quaderni del Nastro Azzurro”, supplemento al periodico “Il Nastro Azzurro”. E’ consulente per la Prima Guerra Mondiale del Comando Regione Militare”Marche”. E’ direttore del Programma “Strategia” presso l’Istituto di Al Trategia ed affini ISAG di Roma. E’ ideatore del progetto Storia in laboratorio, che ha espresso la “Collana Storia in laboratorio”,  che comprende oltre 19 titoli dal 2009 ad oggi. Ha al suo attivo oltre 600 articoli e saggi, nonche dal 1981 partecipa a Convegni Seminari e Tavole rotonde. Altro si può trovare su www.coltrinarimassimo.blogspot.com E’ sposta con la Sig.ra Anna Maria, professoressa, ed ha due figli Laura, avvocato, e Gianluca, ingegnere meccanico.