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giovedì 30 giugno 2022

Prigionia di Guerra ed Internamento in Francia e nei Territori Francesi. 1940 -1945 Francia Metropolitana

 

 

L’Internamento in Germania rappresenta il punto focale del III Fronte, quello, appunto dell’internamento; Non si può però non prendere in esame altri aspetti dell’internamento in Paesi che operarono contro gli italiani in quanto nemici.

Fra questi la Francia, quella che si era ribellata all’occupazione, ovvero quella che faceva capo a De Gaulle.

Via via i i gaullisti prendeva il potere in Francia, emanavano disposizioni restrittive verso tutti coloro che avevano collaborato con i tedeschi. Inoltre consideravano gli italiani dei veri e propri nemici. La politica francese verso l’Italia era quanto mai rigida.

Il 10 maggio 1945 l’ambasciatore italiano Giuseppe Saragat informò il governo italiano della reale situazione dei nostri internati in Francia e di quelli oberati dia campi di concentramento tedeschi ed affluiti o in via di trasferimento nei territori francese.

“Informazioni concordano, egli aggiungeva, che essi si trovano nei primi tempi almeno dopo la liberazione da parte truppe alleate, privi efficace assistenza. Coloro che vengono avviati in Francia da anglo-americani generalmente in piccoli gruppi di qualche decina, assieme ad ex prigionieri francesi ed alleati, ricevono ogni assistenza. Quando però qui vengono messi in libertà in attesa di poter rimpatriare, vengono quasi tutti riconsiderati internati da autorità francesi in base al principio che tutti i militari entrati in Francia dopo il 10 giugno 1940 devono essere considerati internati. Dato quanto precede in considerazione non ancora noto atteggiamento Governo francese su tale delicata questione, prego voler insistere massima urgenza presso autorità militari Alleate perchè sia evitato afflusso in Francia nostri internati e deportati recentemente liberati in Germania. Molto più che essi potrebbero venire ormai molto più rapidamente rimpatriati via Svizzera o via Brennero. Colgo occasione per prospettare necessità invio apposita missione anche non militare sufficientemente numerosa per poter assicurare la raccolta smistamento e rimpatrio nostri ex internati comunque presenti in Francia che possono già calcolarsi in oltre 150.000 mila”.[1]  In Francia sorse questo grande equivoco: gli internati in Germania erano considerati dei collaboratori dei tedeschi in quanto italiani. Una volta che i francesi li avevano in mano procedevano all’internamento. La mancanza di conoscenza e documentazione della reale situazione in cui si erano venuti a trovare i soldati italiani dopo l’8 settembre 1943 ed il loro internamento nei lager tedeschi fu all’origine di questo equivoco. Fu solo dopo una lunga e paziente fatica di chiarimento e di convinzione prima sulle autorità francesi poi sull’opinione pubblica che i nostri rappresentanti in Francia riuscirono ad ottenere il rimpatrio di tutti gli italiani rimasti in Francia, ma giuntevi anche dalla Germania.

L’inizio del ripatrio degli Internati dalla Francia ebbe inizio nel dicembre 1945. Il Rimpatrio, dato lo stato dei trasporti terrestre fu eseguito via mare da Marsiglia con destinazione Napoli. Successivamente, grazie anche all’aiuto alleato anche per via terra con destinazione dei centri di Bordighera e Genova.

Il centro di Bordighera aveva una capacità di accoglimento di oltre 1000 persone in termini di posti letto, mentre quello di Genova, del doppio.

Nel periodo ottobre-dicembre 1945 dalla Francia giunsero a Bordighera ed a Genova circa 14.700 militari già appartenenti alla 4a Armata, che poi salirono a 25.900 nei mesi successivi. Ne rimanevano nella primavera del 1946 ancora oltre 10.000 che vennero rimpatriati a seconda delle disponibilità dei mezzi, in media dalle poche decine alle duecento-trecento unità al giorno. Nel 1946 anche questo residuo di internati fu completato.



[1] Lops C., Alnori della Nuova Europa, Roma, ANRP; 1975, pag, 123