L’Internamento in
Germania rappresenta il punto focale del III Fronte, quello, appunto
dell’internamento; Non si può però non prendere in esame altri aspetti
dell’internamento in Paesi che operarono contro gli italiani in quanto nemici.
Fra questi la
Francia, quella che si era ribellata all’occupazione, ovvero quella che faceva
capo a De Gaulle.
Via via i i
gaullisti prendeva il potere in Francia, emanavano disposizioni restrittive
verso tutti coloro che avevano collaborato con i tedeschi. Inoltre
consideravano gli italiani dei veri e propri nemici. La politica francese verso
l’Italia era quanto mai rigida.
Il 10 maggio 1945
l’ambasciatore italiano Giuseppe Saragat informò il governo italiano della
reale situazione dei nostri internati in Francia e di quelli oberati dia campi
di concentramento tedeschi ed affluiti o in via di trasferimento nei territori
francese.
“Informazioni
concordano, egli aggiungeva, che essi si trovano nei primi tempi almeno dopo la
liberazione da parte truppe alleate, privi efficace assistenza. Coloro che
vengono avviati in Francia da anglo-americani generalmente in piccoli gruppi di
qualche decina, assieme ad ex prigionieri francesi ed alleati, ricevono ogni
assistenza. Quando però qui vengono messi in libertà in attesa di poter
rimpatriare, vengono quasi tutti riconsiderati internati da autorità francesi
in base al principio che tutti i militari entrati in Francia dopo il 10 giugno
1940 devono essere considerati internati. Dato quanto precede in considerazione
non ancora noto atteggiamento Governo francese su tale delicata questione,
prego voler insistere massima urgenza presso autorità militari Alleate perchè
sia evitato afflusso in Francia nostri internati e deportati recentemente
liberati in Germania. Molto più che essi potrebbero venire ormai molto più
rapidamente rimpatriati via Svizzera o via Brennero. Colgo occasione per prospettare
necessità invio apposita missione anche non militare sufficientemente numerosa
per poter assicurare la raccolta smistamento e rimpatrio nostri ex internati
comunque presenti in Francia che possono già calcolarsi in oltre 150.000 mila”.[1] In Francia sorse questo grande equivoco: gli
internati in Germania erano considerati dei collaboratori dei tedeschi in
quanto italiani. Una volta che i francesi li avevano in mano procedevano
all’internamento. La mancanza di conoscenza e documentazione della reale
situazione in cui si erano venuti a trovare i soldati italiani dopo l’8 settembre
1943 ed il loro internamento nei lager tedeschi fu all’origine di questo
equivoco. Fu solo dopo una lunga e paziente fatica di chiarimento e di
convinzione prima sulle autorità francesi poi sull’opinione pubblica che i
nostri rappresentanti in Francia riuscirono ad ottenere il rimpatrio di tutti
gli italiani rimasti in Francia, ma giuntevi anche dalla Germania.
L’inizio del
ripatrio degli Internati dalla Francia ebbe inizio nel dicembre 1945. Il
Rimpatrio, dato lo stato dei trasporti terrestre fu eseguito via mare da Marsiglia
con destinazione Napoli. Successivamente, grazie anche all’aiuto alleato anche
per via terra con destinazione dei centri di Bordighera e Genova.
Il centro di
Bordighera aveva una capacità di accoglimento di oltre 1000 persone in termini
di posti letto, mentre quello di Genova, del doppio.
Nel periodo
ottobre-dicembre 1945 dalla Francia giunsero a Bordighera ed a Genova circa
14.700 militari già appartenenti alla 4a Armata, che poi salirono a 25.900 nei
mesi successivi. Ne rimanevano nella primavera del 1946 ancora oltre 10.000 che
vennero rimpatriati a seconda delle disponibilità dei mezzi, in media dalle
poche decine alle duecento-trecento unità al giorno. Nel 1946 anche questo
residuo di internati fu completato.