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venerdì 31 gennaio 2020

Numero dei prigionieri in Unione Sovietica

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
La consistenza numerica
 al settembre 1943



I prigionieri in Mano alla Unione Sovietica, dopo la conclusione delle operazioni ed il riordino delle truppe nel marzo 1943 in Ucraina, faceva pensare che in mano alla URSS vi fossero almeno dai 60 ai 80 mila prigionieri italiani. Quando a metà del 1945 il Governo sovietico comunicò che in Unione Sovietica vi erano 20.000 prigionieri italiani, scoppiano roventi polemiche, anche in virtù del nascente clima di guerra fredda che si andava delineando, con lo scontro ideologico latente. Occorre anche rilevare che nel numero comunicato vi erano anche gli Internati militari liberati dall’Armata Rossa nella sua avanzata verso occidente. Nell’agosto 1946 rientrarono in Italia 10830 soldati già appartenenti all’ARMIR, mentre i rimanenti erano come detto Internati Militari. Dei mancanti 91.000 la presunzione è che siano moti in combattimento o durante la ritirata e la primavera del 1943 date le dure condizioni climatiche in quella che è passata alla nostra storia recente come la “ritirata di Russia”[1]


[1] Per questo aspetto, che riprenderemo nel volume dedicato al 1945, vds. Tra le varie fonti, Morozzo della Rocca, E., La politica estera italiana e l’Unione Sovietica 1944-1948, in particolare il capitolo. “Nella Guerra Fredda” in cui si traccia un quadro abbastanza aderente e preciso dei rapporti Italia-URSS negli primi anni del secondo dopoguerra

sabato 25 gennaio 2020

Numero dei prigionier in mano agli Stati Uniti

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
La consistenza numerica
al settembre 1943




I Prigionieri in mano agli Stati Uniti ammontavano a 125.000 ed erano distribuiti geograficamente nella seguente maniera:
Stati Uniti, 50.000
Isola Hawai, sotto il controllo della amministrazione militare, 1000
Algeria, 10.000
In Italia, poi trasferiti in Francia al seguito delle truppe, 64.000








martedì 21 gennaio 2020

Numero dei prigionieri in Gran Bretagna.

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
La consistenza numerica
settembre 1943
Prigionieri di guerra italiani in Australia 1943



La Gran Bretagna aveva in mano a settembre 1943 408.00 militari italiani, che erano tenuti non solo sul suolo metropolitano britannico, ovvero in Gran Bretagna, ma anche in tutti i paesi dell’allora Impero Britannico secondo questa suddivisione

Gran Bretagna, 158.00o uomini
Gibilterra, 500
Nord Africa (Algeria), 41.500
Africa Orientale Italiana: Kenia e Tanganika[1], 41.500
Nigeria, Sierra Leone, Costa d’Avorio. 41.500
Rodesia e Sud Africa, 43.000
Libia, Egitto e Palestina, 58.000
Iran ed Irak, 2.000
India e Ceylon. 35.000
Australia, 17.500


[1] Si usano i nomi degli Stati dell’Impero Britannico secondo la denominazione del tempo

venerdì 17 gennaio 2020

Sicilia agosto 1943

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
La consistenza numerica




A seguito dello sbarco alleato il 9 luglio sulle coste meridionali della Sicilia, dopo la caduta di Pantelleria, le operazioni alleate s svolgono con una progressione costante tanto che la Sicilia fu conquista integralmente e con lo sgombero di Messina il 17 agosto la campagna si concluse con la cattura di circa 120.000 soldati italiani. Alla cattura di tanto personale contribuisce notevolmente la rapidità dell’azione delle truppe alleate nel conquistare la parte occidentale dell’isola, rapidità che provoca, anche per la caduta del fascismo il 25 luglio, il crollo morale delle truppe italiane. Gli alleati, liberata l’isola lasciarono sulla parola liberi circa 65.000 soldati italiani per lo più siciliani che poterono tronare alle loro case.

sabato 11 gennaio 2020

Africa settentrionale Tunisia maggio 1943

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
La consistenza numerica




Africa settentrionale. Tunisia
Il ripiegamento verso la Tunisia e soprattutto le battaglie del Mareth, marzo 1943, dell’Akarit, aprile 1943, e quelle sulle posizioni di Enfindaville, maggio 1943, portano alla inevitabile resa della 1 armata italiana del generale Messe, che oppone l’ultima resistenza a Capo Bon. I soldati italiani fatti prigionieri ammontano a 100.000 uomini. Di questi una parte è trattenuta in Nord Africa come lavoratori al seguito delle truppe alleate, una parte circa 80.000 viene inviata negli Stati Uniti e circa 15.000 “ceduti” violando le norme del Diritto Internazionale, ai Francesi della Francia Libera.









sabato 4 gennaio 2020

Africa Settentrionale El Alamenin novembre 1943

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI  LIBERAZIONE
la consistenza numerica






Agli inizi di novembre del 1942 allorché i britannici riuscirono a rompere lo schieramento dell’Asse nel settore di El Alamein vengono catturati e fatti prigionieri circa 30.000 soldati italiani. Qui si perdono le divisioni Brescia, Pavia, Folgore, Trento, Ariete e Littorio. La massa dei prigionieri, tranne una minoranza trattenuta i Egitto, la restante inviata in Gran Bretagna ed impiegata soprattutto dell’agricoltura.La consistenza numerica