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venerdì 20 ottobre 2023

Giorgio Madeddu. Recuperare la Memoria

 

Progetto per la valorizzazione dell’area della cappella austroungarica sull’isola dell’Asinara, comune di Porto Torres (SS) regione Sardegna.

 

Inquadramento storico

Dall’agosto 1915 e sino ai primi mesi del 1919, l’isola dell’Asinara fu uno dei maggiori campi di prigionia della Prima Guerra Mondiale, in particolare dalla seconda metà del mese di dicembre 1915 e sino a luglio 1916 l’isola fu teatro dell’arrivo e gestione dei prigionieri di guerra austroungarici provenienti da Valona reduci della così detta “Marcia della Morte nei Balcani”.

Sull’isola furono prontamente dei campi che assunsero il carattere di aree sanitarie in quanto a causa delle disastrose condizioni fisiche dei prigionieri, tra di essi, già a Valona, apparvero i primi casi di colera.

Su circa 23.000 prigionieri austroungarici, nonostante gli enormi sforzi compiuti dall’esercito italiano per debellare l’epidemia e restituire vigore ai corpi debilitati dei prigionieri, circa 8.000 perirono sull’Isola.

Già nel gennaio 1916 si pose l’esigenza di un luogo di culto e, non appena le condizioni sanitarie lo consentirono, in zona “Cala Reale” fu realizzata la “cappella”.

Nella Relazione del campo di prigionieri colerosi all'Isola dell'Asinara nel 1915 – 1916[1], pagina 407, capitolo “Le cappelle di Cala Reale e della Zona Stretti” troviamo la puntuale descrizione delle attività che portarono alla realizzazione dell’edificio di culto.

“La cappella sta di fronte al mare: tutto intorno un giardino inglese a viali e ripiani erbosi, ornati di fiori e di fichi d’india. Un viale centrale cosparso di piccola ghiaia, porta nella piazzetta della cappella. Ove il viale termina e la piazza si allarga, sorgono su piedistalli, le statue di S. Efisio e di S. Gavino, martiri guerrieri cristiani, patroni della Sardegna. Piedistalli e statue sono in cemento, opere del prigioniero di guerra György Nemess artista ungherese, lo stesso che realizzò la scultura in cemento, colui che aveva già eseguito altre opere simili come “il lungo viaggio” una composizione statuaria per il campo di prigionia di Campo Perdu.”

La descrizione prosegue con l’enunciazione della struttura architettonica, degli affreschi e decori sia interni che esterni.

Il 17 maggio 1916 monsignor Cleto Cassani, Vescovo di Sassari, inaugurava la cappella celebrandovi la prima Messa e impartiva, ai prigionieri, la benedizione Apostolica indirizzata loro dal Papa. La cerimonia si svolse con una imponente processione, il clero locale, il vescovo con mitria e pastorale, i militari italiani e i prigionieri autroungarici parteciparono al sacro rito della benedizione dell’altare.

Le due enormi statue antistanti la cappella di Cala Reale, dedicate ai Santi Gavino ed Efisio, furono realizzate in cemento e limitate quantità di ferro dall’artista ungherese Nemess.

La cappella è stata recentemente restaurata e si conserva in buono stato, mentre per le statue, il tempo e l’incuria ne hanno provocato la distruzione. Oggi rimangono solo i basamenti e le scritte dei nominativi dei Santi.

Obiettivo

Il progetto si propone di introdurre una funzione didattico - divulgativa sui temi della memoria storica nel contesto dell’educazione ambientale all’interno di un parco nazionale mediante l'utilizzo di strumenti di informatici divulgativi. L’aumento del valore evocativo viene dato enfatizzando gli effetti del tempo sul sito tramite l’apposizione di un moderno totem georeferenziato privo di impatto ambientale.

Il totem, posizionato all’esterno dovrà fornire informazioni di natura storica e ambientale, dare avvisi di carattere meteorologico, notizie utili e modelli comportamentali da seguire nonché informazioni sulla viabilità e gli altri siti di carattere storico relativi alla presenza sull’isola dei prigionieri di guerra austroungarici con una mappa interattiva consultabile anche in rete con apposita applicazione.

Il totem dovrà fornire informazioni anche a persone con deficit visivo o uditivo o comunque diversamente abili.

Totem e applicazioni mobili georeferenziate consentono una fruizione innovativa del patrimonio storico, culturale, artistico e naturalistico.

Esecuzione lavori

I lavori, idoneamente appaltati, potranno generare inizialmente piccolo indotto economico e saranno comunque di volano per la fruizione dell’eredità storica della prigionia di guerra sull’Asinara.

Parteners coinvolti

Comune di Porto Torres, Provincia di Sassari, Parco Nazionale dell’Asinara, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, Servizio tutela del paesaggio Sardegna settentrionale nord-est della Regione autonoma della Sardegna.



[1] FERRARI GIUSEPPE CARMINE, Relazione del campo di prigionieri colerosi all'Isola dell'Asinara nel 1915 – 1916, Provveditorato Generale dello Stato. Roma 1929