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sabato 28 novembre 2020

Campo di Concentramento di Dunaszerdahely



 Il campo di prigionia di Dunaszerdahely è in Slovacchia, sul confine ungherese

Dunajská Streda (in lingua ungherese Dunaszerdahely, in lingua tedesca Niedermarkt, in lingua italiana Mercato Danubiano del Mercoledì) è una città della Slovacchia, capoluogo del distretto omonimo, nella regione di Trnava. Il nome Zerda viene menzionato per la prima volta nel 1250, in un documento di Palatinus Lórant. Altre forme più recenti del nome sono Svridahel (1254), Zeredahely (1270), Zerdahel (1283) e Zredahel (1358). Szerdahely significa "mercato del mercoledì" in lingua ungherese e indica che la città aveva il privilegio di tenere un mercato in quel giorno (in seguito il giorno del mercato sarebbe diventato il venerdì). La parola ungherese szerda che ha radici slave come la parola streda in slovacco significano "mercoledì". L'attributo Duna- o Dunajská, cioè "danubiana" fu aggiunto nel XIX secolo. Il nome Niedermarkt, in tedesco, significa "mercato basso".

Nel 1910 vi erano 4679 madrelingua ungheresi su 4762 abitanti. Nel 1930 la città contava 5706 abitanti, tra i quali 2944 ungheresi, 2186 ebrei (in maggioranza di lingua ungherese) e 503 slovacchi. Il censimento del 2001 indica 18756 ungheresi, 3588 slovacchi, 353 rom, 147 cechi e 24 tedeschi. Ciò si traduce in una maggioranza ungherese di oltre l'80%, una delle più alte percentuali registrate nei comuni del paese. Nel 1919 divenne parte della Cecoslovacchia. Tornò a far parte dell'Ungheria con il primo arbitrato di Vienna, nel 1938, ma tornò alla Cecoslovacchia nel 1945 dopo la seconda guerra mondiale. Tra 1947 e 1948 parte della popolazione fu costretta a emigrare verso l'Ungheria, in applicazione dell'accordo per il trasferimento di popolazione ungherese-cecoslovacco.




Continua Post di aggiornamento in data 5 dicembre 2020 su questo blog

info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

venerdì 20 novembre 2020

Campo di Prigionia di Csot

 Egregio Direttore,

con riferimento alla richiesta di notizie relative al campo di concentramento di Csot letta su 
posso solo comunicare che mio nonno, l'Azzurro Giacomo Ariemma, prigioniero di guerra successivamente al 17 giugno 1918, data della seconda decorazione al Valore (15-17 giugno 1918 nella Battaglia del Solstizio), fu internato nel campo di concentramento di Csot bei Papa e liberato il 10 novembre.
Cordiali saluti,
Mario Manzo


Seguito Nota pubblicata su 
QUADERNI ON LINE, IN DATA  19 NOVEMBRE 2020 



sabato 14 novembre 2020

Campo di concentramento di Aschach Austria

Prigionia della Prima Guerra Mondiale
In Austria Ungheria


Notizie geografiche.

Aschasch è un comune austriaco che sorge lungo il Danubio ai margini del bacino di Eferding nella regione dell’Hausruckviertel. Ha una superficie di 6 km2 e l’1,8% coperto di boschi. Il paese, nella sua storia appartenne al Ducato di Baviera per poi passare nel XII secolo al Ducato d’Austria. Nel 1490 Aschasch fu aggregato al principato Osterreich ob der Emms e ricevette da Massimiliano I d’Asburgo il diritto di mercato. Sub’ l’occupazione delle truppe napoleoniche e nel 1918 entro a far parte dello stato federato dell’Alta Austria 

Notizie Storiche

Il campo di concentramento di Aschach nel testo  “Bilder” presenta cinque immagini. La prima dedicata ad una veduta del campo in generale con il piazzale ed ampi spazi con sullo sfondo la linea delle colline; le costruzioni sono in muratura e tutte ad un piano.

La seconda foto riporta l’interno del laboratorio dedicato ai lavori artigianali; i sorveglianti austriaci sono ritratti sulla sinistra ed i prigionieri, in posa, intenti ai loro lavori. Il primo a destra potrebbe essere un italiano sia per i lineamenti che per la foggia della giubba, ovviamente riadattata.

La terza foto riporta la Mensa Ufficiali del campo. La mensa appare organizzata secondo i canoni di ogni mensa in qualsiasi caserma italiana, non elegante ma funzionale, speditiva e razionale, e, per essere la mensa di un campo di concentramento, appare più che dignitosa. Gli ufficiali ritratti sembrano essere russi o serbi.

 La quarta foto ritrae al centro una imponente altana che però non appare nella fotografia n. 1. Forse questa fotografia è stata ripresa proprio dall’Altana ritratta in fotografia 4, La didascalia indica che si ritrae il campo per il gioco dei birilli o delle bocce, altra area di svago del campo messa a disposizione dei prigionieri

La quinta fotografia illustra il teatro del campo con le sue scene, le quinte e la platea. Le cinque foto ritraggono il campo di concentramento nel migliore dei modi e tutte rispondono ai canoni già descritti nella presentazione della pubblicazione

 

Memorialistica.

Secondo quanto scrive Carlo Pavan:Il campo di Aschach circa 20 km da Linz vicino al Danubio poteva contenere fino a 35000 uomini. Prima dell'arrivo degli italiani aveva ospitato soprattutto prigionieri serbi, 20.000 dei quali vi morirono in gran parte per malattie infettive, specialmente il tifo tanto da meritarsi la fama di Cimitero dei Servi.[1]

Il suo capitano medico “permetteva ed anzi favoriva ogni peggior trattamento in danno agli ammalati e non trascurava nessun mezzo per ottenere commestibili, calzature e generi vari di cui faceva settimanali spedizioni in Boemia” (deposizione del Sottotenente medico Francesco Angiò alla commissione CIV)[2]

Secondo un'altra testimonianza, invece, il comando austro-ungarico fu largo di concessione ai 280 ufficiali italiani ivi internati.[3]

Per comprendere una così vistosa discrepanza fra queste due testimonianze e altre che seguiranno va ricordato come fra tutte le dichiarazioni rese a dargli ex prigionieri italiani siano state scelte dalla Commissione[4] quelle più funzionali al suo obiettivo primario, cioè quello di dimostrare le colpe dei nemici anche in vista di una quantificazione del risarcimento dei danni di guerra da richiedere nel corso delle trattative di pace,

 Giovanna Procacci invece numero (punto 11 Pagina 206)[5] oltre alla testimonianze edite dalla CIV cui riconosce comunque il valore di fonte fondamentale per lo studio della vita dei prigionieri nei campi si è servita anche e soprattutto delle disposizioni rese dagli ex prigionieri alle commissioni interrogatrici  della Croce Rossa e del Ministero della Guerra contenuti in vari fondi presenti all' archivio dell'ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito e dell'Archivio Centrale Stato e non pubblicate nel volume della CIV[6]

 

 Fotografie disponibili:

Campo di concentramento di Aschach. Foto 1.  Piazzale dei giuochi

Campo di concentramento di Aschach. Foto 2.  Lavori a mano

Campo di concentramento di Aschach. Foto 3.  Mensa degli Ufficiali

Campo di concentramento di Aschach. Foto 4.  Gioco dei Birilli

Campo di concentramento di Aschach. Foto 5.  Teatro



[1] Daniele Michele F.,Calvario di guerra. Diario di prigionia in Austria. Da Faà di Longarone a Mauthausen Milano, Alpes, 1932  pp.78-80

[2] CIV, Relazione della Reale Commissione di Inchiesta sulla violazione del diritto delle genti commesse dal nemico, III,

  Trattamento dei prigionieri di guerra e degli internati politici, Milano-Roma, Casa Editrice d’arte Bestelli & Tuminelli,

  1920 Pag.179. Una copia di detta relazione oltre alla Marciana di Venezia è reperibile presso la Biblioteca Militare Centrale, Roma

[3] Procacci G, Soldati e prigionieri nella grande guerra . Con una raccolta di lettere inedite. Roma, Editori Riuniti, 1993

[4] CIV = Reale Commissione di Inchiesta sulla violazione del diritto delle genti commesse dal nemico, III, Trattamento dei

   prigionieri di guerra e degli internati politici,

[5] Procacci G, Soldati e prigionieri nella grande guerra, cit.

[6] Pavan. C, I Prigionieri italiani dopo Caporetto, Treviso, 2001, pag. 144


martedì 10 novembre 2020

Papa Pacelli tra i prigionieri italiani


Nella sua qualità di Nunzio apostolico in Baviera il futuro Papa Pio XII cardinale Pacelli si adoperò molto per alleviare la condizione precaria dei prigionieri di guerra italiani in mano austriaca.


martedì 3 novembre 2020

Prima Guerra Mondiale Prigionia austriaca in Italia. Geografia dei Campi di Concentramento. CdA Bari


SITUAZIONE DEI CAMPI
DI CONCENTRAMENTO PRIGIONIERI DI GUERRA
AUSTRO-UNGARICI IN ITALIA 1915-1918
(Tra parentesiU. = Ufficiali, C = Cadetti, S= Soldati, P=Prigionieri)


XI Corpo d'Armata
Bari
Campo di concentamento di:
1.      Altamura..........(0 u., 0 c., 4.419 s.)= 4.419 P.
2.      Barile..........(0 u., 0 c., 141 s.)= 141 P.
3.      Bitetto..........(0 u., 0 c., 118 s.)= 118 P.
4.      Castellana..........(0 u., 0 c., 29 s.)= 29 P.
5.      Conversano..........(76 u., 0 c., 27 s.)= 103 P.
6.      Matera..........(1 u., 0 c., 16 s.)= 17 P.
7.      Melfi..........(156 u., 3 c., 83 s.)= 242 P.
8.      Muro Lucano..........(10 u, 0 c., 32 s.)= 42 P.
9.      Ostuni..........(0 u., 0 c., 344 s.)= 344 P.
10.  Venosa..........(92 u., 0 c., 26 s.)= 118 P.
11.  Potenza..........(0 u., 0 c., 159 s.)= 159 P.
12.  Bari Carcere M.ri..........(0 u., 0 c., 1 s.)= 1 P.

Chi avesse materiali su questi campi è pregato di prende contatto con il Centro Studi Sul Valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro  CESVAM Piazza Galeno 1 Roma (centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org