Contributi e studi sulla prigionia di guerra italiana dal 1861 al 1945 con accenni a quelle antecedenti e a ad altre prigionie dal 1900 ad oggi.Spazio di ricerca del CESVAM - Istituto del nastro Azzurro (Curatore:Massimo Coltrinari) email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
Traduttore
martedì 31 ottobre 2023
venerdì 20 ottobre 2023
Giorgio Madeddu. Recuperare la Memoria
Progetto per la valorizzazione dell’area della cappella
austroungarica sull’isola dell’Asinara, comune di Porto Torres (SS) regione
Sardegna.
Inquadramento storico
Dall’agosto 1915 e sino ai primi
mesi del 1919, l’isola dell’Asinara fu uno dei maggiori campi di prigionia
della Prima Guerra Mondiale, in particolare dalla seconda metà del mese di
dicembre 1915 e sino a luglio 1916 l’isola fu teatro dell’arrivo e gestione dei
prigionieri di guerra austroungarici provenienti da Valona reduci della così
detta “Marcia della Morte nei Balcani”.
Sull’isola furono prontamente dei
campi che assunsero il carattere di aree sanitarie in quanto a causa delle
disastrose condizioni fisiche dei prigionieri, tra di essi, già a Valona,
apparvero i primi casi di colera.
Su circa 23.000 prigionieri
austroungarici, nonostante gli enormi sforzi compiuti dall’esercito italiano
per debellare l’epidemia e restituire vigore ai corpi debilitati dei
prigionieri, circa 8.000 perirono sull’Isola.
Già nel gennaio 1916 si pose
l’esigenza di un luogo di culto e, non appena le condizioni sanitarie lo
consentirono, in zona “Cala Reale” fu realizzata la “cappella”.
Nella Relazione del campo di
prigionieri colerosi all'Isola dell'Asinara nel 1915 – 1916[1],
pagina 407, capitolo “Le cappelle di Cala Reale e della Zona Stretti” troviamo
la puntuale descrizione delle attività che portarono alla realizzazione
dell’edificio di culto.
“La cappella sta di fronte al
mare: tutto intorno un giardino inglese a viali e ripiani erbosi, ornati di
fiori e di fichi d’india. Un viale centrale cosparso di piccola ghiaia, porta
nella piazzetta della cappella. Ove il viale termina e la piazza si allarga,
sorgono su piedistalli, le statue di S. Efisio e di S. Gavino, martiri guerrieri
cristiani, patroni della Sardegna. Piedistalli e statue sono in cemento, opere
del prigioniero di guerra György Nemess artista ungherese, lo stesso che
realizzò la scultura in cemento, colui che aveva già eseguito altre opere
simili come “il lungo viaggio” una composizione statuaria per il campo di
prigionia di Campo Perdu.”
La descrizione prosegue con
l’enunciazione della struttura architettonica, degli affreschi e decori sia
interni che esterni.
Il 17 maggio 1916 monsignor Cleto
Cassani, Vescovo di Sassari, inaugurava la cappella celebrandovi la prima Messa
e impartiva, ai prigionieri, la benedizione Apostolica indirizzata loro dal
Papa. La cerimonia si svolse con una imponente processione, il clero locale, il
vescovo con mitria e pastorale, i militari italiani e i prigionieri
autroungarici parteciparono al sacro rito della benedizione dell’altare.
Le due enormi statue antistanti
la cappella di Cala Reale, dedicate ai Santi Gavino ed Efisio, furono
realizzate in cemento e limitate quantità di ferro dall’artista ungherese Nemess.
La cappella è stata recentemente
restaurata e si conserva in buono stato, mentre per le statue, il tempo e
l’incuria ne hanno provocato la distruzione. Oggi rimangono solo i basamenti e
le scritte dei nominativi dei Santi.
Obiettivo
Il progetto si propone di introdurre
una funzione didattico - divulgativa sui temi della memoria storica nel
contesto dell’educazione ambientale all’interno di un parco nazionale mediante
l'utilizzo di strumenti di informatici divulgativi. L’aumento del valore
evocativo viene dato enfatizzando gli effetti del tempo sul sito tramite
l’apposizione di un moderno totem georeferenziato privo di impatto ambientale.
Il totem, posizionato all’esterno
dovrà fornire informazioni di natura storica e ambientale, dare avvisi di
carattere meteorologico, notizie utili e modelli comportamentali da seguire
nonché informazioni sulla viabilità e gli altri siti di carattere storico
relativi alla presenza sull’isola dei prigionieri di guerra austroungarici con
una mappa interattiva consultabile anche in rete con apposita applicazione.
Il totem dovrà fornire informazioni anche a persone con
deficit visivo o uditivo o comunque diversamente abili.
Totem e applicazioni mobili georeferenziate consentono una
fruizione innovativa del patrimonio storico, culturale, artistico e
naturalistico.
Esecuzione lavori
I lavori, idoneamente appaltati, potranno generare inizialmente
piccolo indotto economico e saranno comunque di volano per la fruizione
dell’eredità storica della prigionia di guerra sull’Asinara.
Parteners coinvolti
Comune di Porto Torres, Provincia di Sassari, Parco
Nazionale dell’Asinara, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per
le province di Sassari e Nuoro, Servizio tutela del paesaggio Sardegna
settentrionale nord-est della Regione autonoma della Sardegna.
[1] FERRARI
GIUSEPPE CARMINE, Relazione del campo di prigionieri colerosi all'Isola
dell'Asinara nel 1915 – 1916, Provveditorato Generale dello Stato. Roma 1929
martedì 10 ottobre 2023
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