Traduttore

giovedì 24 marzo 2011


La prigionia e l’internamento: struttura e articolazioni

Il campo di concentramento: campo o prigione.

Il noveceno ha visto la nascita e l’espandersi di sistemi concentrazionari che avevano nel campo di concentramento, inteso come strumento sussidiario per il contrllo di elementi ritenuti pericolosi, la struttura di base come espressione del disprezzo delle èlite verso l’umanità.

.

Massimo Coltrinari


Il secolo XX, il Novecento ha visto il sorgere, l’affermarsi e poi l’espandersi non solo dei campi di concentramento, ma di sistemi concentrazionari mai prima apparsi in questo pianeta, tanto che si può tranquillamente affermare che tale secolo possa essere definito, “Il Secolo dei Campi”. In prima approssimazione si può affermare che il sorgere, l’affermasi e l’espandersi del “campo di concentramento” sia una diretta conseguenza dell’affermasi nei vari stati ove si sono affermati regimi totalitari. Questo in parte è vero, ma l’attuarsi del campo di concentramento non viene solo nei regimi totalirari come il Fascismo di Mussolini, il nazismo di Hitler e il comunisto di Stali; vi sono campi di concentramento a Cuba, aperti in nome e nel quadro di una guerra di liberazione proprio agli albori del secolo, e subito dopo vi sono campi in Sud Africa, durante la guerra anglo-boera, in cui è coinvolta una nazione che nulla a che fare con sistemi totalitari, la Gran Bretagna.

Ovvero vi devono essere rapporti e relazioni tra istituzioni statali ed il fenomemo concentrazionario che occorre individurae. Sostiene Hannah Arendt che dall’inizio del secolo, dal sorgere dei primi campi, con il passare degli anni e dei decenni si può individuare un indice di aggravamento del fenomeno concenntrazionario, passando per la prima guerra mondiale, poi per i totalitarismi fra le due guerra, la seconda guerra mondiale e il dopoguerra fino ai giorni nostri. Indice di aggravamento che ha coinvolto anche paesi a ampia base democratica ove la libertà è sovrana e la cui azione e la cui politica è improntata a valori di pace universali.

Durante la prima guerra mondiale solo in via eccezionale si è ricorsi a misure di internamento di cittadini di una nazione nemica da parte di paesi come Gran Bretagna e Francia, nella seconda questa era una misura comune ed i campi di concentramento aperti nel sud della Francia nel 1944 non sono certo una bella pagina della storia francese. Vi è un degrado progressivo, in cui si può vedere la palese influenza dei regimi totalitari e le loro soluzioni concentrazionarie nei paesi democratici e liberali. Si veda i campi di internamento per cittadini americani di orgine giapponese dopo l’attacco alle Haway nel 1941, esempio di questo degrado.

Sempre secondo  Hannath Arendt, questo è dovuto, al disprezzo delle èlite al potere nei confronti della umanità; e questo disprezzo, che motiva il degrado di cui sopra, si è manifestato via via sempre più duramente con il passare degli anni del secolo, con la conseguenza ovvia che la progressiva negazione dei diritti dell’uomo è in perfetta sintonia con la natura dei campi di concentramento.

Ora questa progressione è in atto e, se non si interviene, siano destinati a vedere in questo secolo non solo altre edizioni di Mauthausen ed auschwitz, e per l’Italia, di Ferramonti, ma  edizioni dei medesimo ulteriormente peggiorate.

Occorre quindi capire e studiare le relazioni che portano a questi fenomini.


La definizione di Campo di Concentramento

Primo passo di questo percorso è definire il campo di Concentramento e le sue connotazioni.

Secondo Joel Kotek e Pierre Rigoulot, per campo di concentramento si intende “un terreno attrezzatoin fretta ed in modo sommario, per lo più ermeticamente chiuso, in cui sono raggruppati in massa, in condizioni precarieed assi poco rispettose dei diritti elementari umani, individui o categorie di individui ritenuti pericolosi o sospetti” 

Il campo nasce sempre come “temporaneo” in quanto si deve far fronte ad una realtà non prevista e non programmata, ovvero far fronte ad un massiccio arrivo di persone generato da una crisi, da un conflitto, da una guerra. Questo carattere di provvisorietà e l’altro di “massa di detenuti” è la carattersitica del campo che inizia a vivere con aspetti sommari, con soluzioni speditive, con infrastrutture occasionali, come tende, ricoveri spediitivi, edifici abbandonati spesso restaurati dagli stessi detenuti, con una recenzione, con ostacoli che impediscono di uscire, di allontanrsi.
Le persone che vengono raccolte nel campo sono persone “pericolose”, o “sospette di essere tali” che si vuole isolare dalla società per vari motivi che possono essere di ordine politico, raziale, etnico, sociale, oppure precauzionale. Ogni individuo che arriva al campo non ha commesso alcun reato o crimine; esso appartine ad una categoria ritenuta pericolosa, quindi tale da minacciare la sicurezza dello Stato o della società. In questo caso il campo di concentramento, definizione generale, accoglie gli “internati”. Nel caso che vi sia un conflitto o una guerra dichiarata, vi arrivano uomini e donne atti alle armi che devono essere trattenuti per evitare che riprendano l’uso delle armi, ed in questo caso si ha il campo di concentramento per prigionieri di guerra. In entrambi i casi, come detto, anche se oggetto di privazione di libertà, chi entra nel campo di concentramento non è un criminale, ovvero non ha violato nessuna legge. Quindi chi subisce l’internamento
Il criminale, anche lui oggetto di privazione della libertà, è detenuto in prigione.
La differenza tra campo di concentramento e prigione

La linea che divide il campo di concentramento dalla prigione è labile e non è sempre facile individuarla. Quello che può aiutare a capire le differenze e quindi ad individuare la predetta linea è il Quadro Generale Giudiziario di uno Stato. In linea generale una Prigione detiene persone che sono state regolarmente giudicate da un tribunale e riconosciute compevoli e condannate ad una pena, che viene “scontata” in una prigione. La prigione quindi ha forte il caratte penale.
Il campo di concentramento raccoglie tutti coloro che, pur non avendo violato norme dell’ordinamento giuridico e non sottopote a processi da tribuali e non dovendo scnatre alcuna pena, sono ritenuti “pericolosi” sospetti e potenziali criminali per la società. In tempo di guerra, il campo di concentramento raccoglie i cittadini dello stato nemico.
Quindi uno Stato, oltre ad avere il suo apparato di repressione epena ufficiale, può dotarsi di un apparatato parallelo, supplemenetare attuato al fine di rinciudere uomini e donne che non hanno commesso alcun atto criminale e che per questa ragione non possono essere giudicati da nessun organi giudiziario.

Quindi emerge la finzione del campo di concentramento: non è quella di punire o reprimere chi viola le leggi della società, ma quella di controllare, o neutralizzareo  elimnare o sbarazzarsi di coloro che un Regime, uno Stato, che ditiene ogni diritto e potere, considera dannosi per se. 

Occorre ben dire che il criterio con cui si individua la distinzone tra campo di concentramento e prigione non è un criterio assoluto. Nello studio dei singoli casi emerge con tutta chiarazza che si può finire in un campo di concentramento anche dopo un regolare processo oppure finire in una prigione senza essere mai stati giudicati. Lo spettro della casistica è grande, ma non inficia il criterio di base adottato.
Criterio che può essere rafforzato da un altro aspetto: la  prigione  tende alla individualizzazione del detenuto, il campo di concentramento tende a “massificare”.
Nella prigione la cella è l’elemento fondamentale ed essenziale, ed è il regno delle porte sprangate, dei muri che dividono e rinchiudono dei soffitti che soffocano; nel campo di concentramento invece la cella è l’eccezione, e si mangia si vive e si lavora in comunità. Sia la prigione che il campo di concentramento sono spazi chiusi, inaccessibili dall’esterno, ma il campo di concentramento non necessita del muro di recenzione. In alcuni campi sovietici non vi è il reticolato non vi sono barriere, non essendoci possibilità di fuga; e se qualche sventurato si azzarda ci pensnao a riprenerlo le popolazioni che amano trasfromasri immediatamente in cacciatori di teste.

Il campo di concentramento è quindi l’elemento base per comprendere il fenomeno dell’internamento e della prigionia, con una sua qualificazione, connotazioni, e destinazioni variegate.
( per approfondimenti e info: prigionia@libero.it


Nessun commento:

Posta un commento