LA PRIGIONIA
NELLA I GUERRA MONDIALE
LETTERE E CORRIPONDENZE PER PRIGIONIERI.
FOTOGRAFIE DELLA VITA DEL CAMPO DI
CONCENTRAMENTO
E CIMELI SIGNIFICATIVI,
PRIMO FRA TUTTI IL FILO SPINATO,
L’ELEMENTO SINBOLO DELLA PRIGIONIA DI GUERRA
LE RAGIONI SONO MOLTEPLICI, MA TUTTO SI PUO’
RICONDURRE AL CONCETTO DEL GENERALE CADORNA, SOSTENUTO DAGLI INTERVENTISTI,
PRIMO FRA TUTTI GABRIELE D’ANNUNZIO, CHE IL PRIGIONIERO ERA PEGGIO DEL
DISERTORE, ERA UN PECCATORE CONTRO LA PATRIA.
CADORNA ERA OSSESSIONATO NON DALLE PERDITE (CADUTI, FERITI),
MA DA DISERZIONI E SCARSO SPIRITO COMBATTIVO (RENITENZA, AUTOLESIONISMO, ECC).
I PRIGIONIERI ITALIANI NELLA I GUERRA MONDIALE FURONO
OLTRE 600.000, DI CUI 300.000
A SEGUITO DELLA BATTAGLIA DI CAPORETTO.
IL SOLDATO, NEL CONSEGNARSI AL NEMICO, VEDEVA UNA
SOLUZIONE PER SOPRAVVIVERE E PER USCIRE DALL’INFERNO DELLA TRINCEA.
PER OSTACOLARE QUESTO ASSUNTO, CADORNA, E POI DIAZ,
FECERO CORRERE LA VOCE CHE LA
PRIGIONIA ERA UN INFERNO PEGGIORE DELLA TRINCEA. E RICORSE A TUTTI I MEZZI PER
FARLO CREDERE, TRA CUI QUELLO DI RIFIUTARE OGNI SOCCORSO ITALIANO AI
PRIGIONIERI ITALIANI IN AUSTRIA E IN GERMANIA.
NEL 1916. ACCERCHIATE E SOTTO BLOCCO DELL’INTESIA, LE
POTENZE CENTRALI COMUNICARONO CHE, IN RISPOSTA AL BLOCCO, NON AVREBBERO PIU’ PROVVEDUTO
ALLE NECESSITA’ DEI PRIGIONIERI DI GUERRA. AVREBBERO PERMESSO, PERO’, L’INVIO
DI VIVERI E MEDICINALI DA PARTE DEI PAESI DELL’INTESA, TRAMITE LA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE.
TUTTI I PAESI DELL’INTESA ACCETTARONO QUESTA OFFERTA,
TRANNE L’ITALIA. CADORNA FECE PRESSIONI SUL GOVERNO PER RIGIUTARLA; IL GOVERNO
TRAMITE IL MINISTRO DEGLI ESTERI SIDNEY SONNINO, L’ACCOLSE E COMUNICO’ AD
AUSTRIA E GERMANIA CHE L’ITALIA NON ADERIVA ALLA RICHIESTA DI INVITO PER L’INVIO
DI AIUTI PER IL MANTENIMENTO DEI PRIGIONIERI ITALIANI.
SONNINO ANDO’ OLTRE. DISPOSE CHE TUTTI I PACCHI
INVIATI DALL’ITALIA TRAMITE I COMITATI E LE ORGANIZZAZIONI ASSISTENZIALI,
DOVEVANO ESSERE FERMATI ALLA FROTNIERA PER SEI MESI E LASCIATI MARCIRE, SOLO
DOPO FATTI PROSEGUIRE PER ESSERE CONSEGATI AL DESTINATARIO
NELL’APRIRE IL PACCO, TROVANDOVI PANE AMMUFFITO E
INDUMENTI DISFATTI, IL PRIGIONIERO ITALIANO DOVEVA COMPRENDERE IN QUALE PECCATO ORRENDO ERA
INCORSO E COMMESSO NEL ESSERE PRIGIONIERO. LA PRIGIONIA DOVEVA ESSERE
UN INFERNO PEGGIORE DELLA TRINCEA.
IL RISULTATO DI TUTTO QUESTO FU ORRENDO
BRITANNICI, BELGI, OLANDESI, FRANCESI ED ALTRI, CHE
EBBERO CIRCA 600.000 PRIGIONERI, EBBERO ALLA FINE DELLA GUERRA 20.000 MORTI IN
PRIGIONIA.
GLI ITALIANI, CHE AVEVANO CIRCA LO STESSO NUMERO DI
PRIGIONIERI, 600.000 (LA
STESSO NUMERO CIRCA DEGLI INTERNATI MILITARI DELLA II GUERRA MONDIALE, E GLI I.M.I EBBERO 43.000
MORTI) EBBERO 100.000 MORTI IN PRIGIONIA.
CINQUE VOLTE QUELLO DEGLI ALLEATI, E OLTRE IL DOPPIO
DEI INTERNATI IN MANO AI NAZISTI NEL 1943-1945.
UNA STRAGE VOLUTA E PERSEGUITA DA CADORNA E DA SONNINO.
CHE NON FINI’ CON LA GUERRA.
DIAZ NON VOLEVA IL RITORNO IN PATRIA DEI PRIGIONIERI
IN GERMANIA E IN AUSTRIA. NEL SETTEMBRE 1918 FECE PREDISPORRE UN PIANO DI DEPORTAZIONE AFFINCHE’ TUTTI I PRIGIONIERI,
IMBARCATI A VENEZIA E TRIESTE VENISSERO PORTATI IN LIBIA O NELLE COLONIE
DELL’ERITREA E DELLA SOMALIA. IN ITALIA NON DOVEVANO RITORNARE. PIANO CHE NON
POTE’ ESSERE ATTUATO PER IL CROLLO DELL’AUSTRIA E DELLA GERMANIA.
MA TUTTO CONTINUO’ NEGLI ANNI A VENIRE. ALL’INDOMANI
DELLA VITTORIA, VENNERO RICORDATI SEMPRE I 600.000 CADUTI IN COMBATTIMENTO O
PER CAUSE DI COMBATTIMENTO. I 100.000
CADUTI IN PRIGIONIA VENNERO DIMENTICATI.
MUSSOLINI ED IL FASCISMO IN TUTTE LE CERIMONIE DEL
VENTENNIO DIMENTICATI I CADUTI IN PRIGIONIA, CHE VENNE SEMPRE SISTEMATICAMENTE
IGNORATI. LA POLITICA VERSO I
PRIGIONIERI RITORNATI E RIMPATRIATI FU IN MOLTI SUOI RISVOLTI VESSATORIA.
NEL SECONDO DOPOGUERRA QUESTO ATTEGGIAMENTO CONTINUO’
E PERDURA FINO A NOI. IN MOLTI DISCORSI RIEVOCATIVI E NELLE COMMEMORAZIONI ANCOR
OGGI SI PARLA SEMPRE DI 600.000 O 650.000 MORTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE,
MAI 700.000 O 750.000 MORTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, IGNORANDO O NON
SAPENDO IL TRIBUTO DELLA PRIGIONIA.
I 100.000 MORTI IN PRIGIONIA,NON SONO RICORDATI
PERDURANDO I CONCETTI DI CADORNA E DI D’ANNUNZIO, E DI TUTTA UNA CORRENTE DI
PENSIERO, CHE CONSIDERA IL PRIGIONIERIO DI GUERRA NON UN COMBATTENTE SENZA ARMI
IN MANO AL NEMICO, COME E’ STATO ED E’ NELL’APPROCCIO OCCIDENTALE, MA UN ESSERE
SPREGEVOLE, UN TRADITORE PEGGIO DI UN DISERTORE, UN PECCATORE CONTRO LA PATRIA.
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