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mercoledì 10 settembre 2014

Pesaro: Mostra "Europa in Fiamme". Prefettura 27 giugno 9 novembre 2014.

Nell'ambito della Mostra e' stata allestita una vetrina dedicata alla Prigionia della I Guerra Mondiale. Si Riportano le didascalie principali ed alcuni materiale esposti

LA PRIGIONIA
NELLA I GUERRA MONDIALE

LA VETRINA RIPORTA ALCUNI REPERTI E CIMELI RIFERITI ALLA PRIGIONIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

LETTERE E  CORRIPONDENZE PER PRIGIONIERI.
FOTOGRAFIE DELLA VITA DEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO

E CIMELI SIGNIFICATIVI,
PRIMO FRA TUTTI IL FILO SPINATO,
 L’ELEMENTO SINBOLO DELLA PRIGIONIA DI GUERRA





LA PRIGIONIA NELLA I GUERRA MONDIALE

LA GRANDE GUERRA IN ITALIA E’ STATA STUDIATA A FONDO IN TUTTI I SUOI ASPETTI, MA ALCUNI SONO STATI TRASCURATI COME AD ESEMPIO, LA PRIGIONIA DI GUERRA.
LE RAGIONI SONO MOLTEPLICI, MA TUTTO SI PUO’ RICONDURRE AL CONCETTO DEL GENERALE CADORNA, SOSTENUTO DAGLI INTERVENTISTI, PRIMO FRA TUTTI GABRIELE D’ANNUNZIO, CHE IL PRIGIONIERO ERA PEGGIO DEL DISERTORE, ERA UN PECCATORE CONTRO LA PATRIA.


CADORNA ERA OSSESSIONATO NON DALLE PERDITE (CADUTI, FERITI), MA DA DISERZIONI E SCARSO SPIRITO COMBATTIVO (RENITENZA, AUTOLESIONISMO, ECC).
LA DISCIPLINA FU FERREA E SI EBBERO OLTRE 850.000 CONDANNE EROGATE DAI TRIBUNALI MILITARI.  CONTRO I PRIGIONIERI FU ANCONRA PIU’ SPIETATO.

I PRIGIONIERI ITALIANI NELLA I GUERRA MONDIALE FURONO OLTRE 600.000, DI CUI 300.000 A SEGUITO DELLA BATTAGLIA DI CAPORETTO.



IL SOLDATO, NEL CONSEGNARSI AL NEMICO, VEDEVA UNA SOLUZIONE PER SOPRAVVIVERE E PER USCIRE DALL’INFERNO DELLA TRINCEA.

PER OSTACOLARE QUESTO ASSUNTO, CADORNA, E POI DIAZ, FECERO CORRERE LA VOCE CHE LA PRIGIONIA ERA UN INFERNO PEGGIORE DELLA TRINCEA. E RICORSE A TUTTI I MEZZI PER FARLO CREDERE, TRA CUI QUELLO DI RIFIUTARE OGNI SOCCORSO ITALIANO AI PRIGIONIERI ITALIANI IN AUSTRIA E IN GERMANIA.

NEL 1916. ACCERCHIATE E SOTTO BLOCCO DELL’INTESIA, LE POTENZE CENTRALI COMUNICARONO CHE, IN RISPOSTA AL BLOCCO, NON AVREBBERO PIU’ PROVVEDUTO ALLE NECESSITA’ DEI PRIGIONIERI DI GUERRA. AVREBBERO PERMESSO, PERO’, L’INVIO DI VIVERI E MEDICINALI DA PARTE DEI PAESI DELL’INTESA, TRAMITE LA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE.



TUTTI I PAESI DELL’INTESA ACCETTARONO QUESTA OFFERTA, TRANNE L’ITALIA. CADORNA FECE PRESSIONI SUL GOVERNO PER RIGIUTARLA; IL GOVERNO TRAMITE IL MINISTRO DEGLI ESTERI SIDNEY SONNINO, L’ACCOLSE E COMUNICO’ AD AUSTRIA E GERMANIA CHE L’ITALIA NON ADERIVA ALLA RICHIESTA DI INVITO PER L’INVIO DI AIUTI PER IL MANTENIMENTO DEI PRIGIONIERI ITALIANI.

SONNINO ANDO’ OLTRE. DISPOSE CHE TUTTI I PACCHI INVIATI DALL’ITALIA TRAMITE I COMITATI E LE ORGANIZZAZIONI ASSISTENZIALI, DOVEVANO ESSERE FERMATI ALLA FROTNIERA PER SEI MESI E LASCIATI MARCIRE, SOLO DOPO FATTI PROSEGUIRE PER ESSERE CONSEGATI AL DESTINATARIO


NELL’APRIRE IL PACCO, TROVANDOVI PANE AMMUFFITO E INDUMENTI DISFATTI, IL PRIGIONIERO ITALIANO DOVEVA  COMPRENDERE IN QUALE PECCATO ORRENDO ERA INCORSO E COMMESSO NEL ESSERE PRIGIONIERO. LA PRIGIONIA DOVEVA ESSERE UN INFERNO PEGGIORE DELLA TRINCEA.

IL RISULTATO DI TUTTO QUESTO FU ORRENDO
BRITANNICI, BELGI, OLANDESI, FRANCESI ED ALTRI, CHE EBBERO CIRCA 600.000 PRIGIONERI, EBBERO ALLA FINE DELLA GUERRA 20.000 MORTI IN PRIGIONIA.
GLI ITALIANI, CHE AVEVANO CIRCA LO STESSO NUMERO DI PRIGIONIERI, 600.000 (LA STESSO NUMERO CIRCA DEGLI INTERNATI MILITARI DELLA II  GUERRA MONDIALE, E GLI I.M.I EBBERO 43.000 MORTI) EBBERO 100.000 MORTI IN PRIGIONIA.


CINQUE VOLTE QUELLO DEGLI ALLEATI, E OLTRE IL DOPPIO DEI INTERNATI IN MANO AI NAZISTI NEL 1943-1945.

UNA STRAGE VOLUTA E PERSEGUITA DA CADORNA E DA SONNINO. CHE NON FINI’ CON LA GUERRA.

DIAZ NON VOLEVA IL RITORNO IN PATRIA DEI PRIGIONIERI IN GERMANIA E IN AUSTRIA. NEL SETTEMBRE 1918 FECE PREDISPORRE UN PIANO  DI DEPORTAZIONE AFFINCHE’ TUTTI I PRIGIONIERI, IMBARCATI A VENEZIA E TRIESTE VENISSERO PORTATI IN LIBIA O NELLE COLONIE DELL’ERITREA E DELLA SOMALIA. IN ITALIA NON DOVEVANO RITORNARE. PIANO CHE NON POTE’ ESSERE ATTUATO PER IL CROLLO DELL’AUSTRIA E DELLA GERMANIA.

MA TUTTO CONTINUO’ NEGLI ANNI A VENIRE. ALL’INDOMANI DELLA VITTORIA, VENNERO RICORDATI SEMPRE I 600.000 CADUTI IN COMBATTIMENTO O PER CAUSE DI COMBATTIMENTO.  I 100.000 CADUTI IN PRIGIONIA VENNERO DIMENTICATI.

MUSSOLINI ED IL FASCISMO IN TUTTE LE CERIMONIE DEL VENTENNIO DIMENTICATI I CADUTI IN PRIGIONIA, CHE VENNE SEMPRE SISTEMATICAMENTE IGNORATI. LA POLITICA VERSO I PRIGIONIERI RITORNATI E RIMPATRIATI FU IN MOLTI SUOI RISVOLTI VESSATORIA.

NEL SECONDO DOPOGUERRA QUESTO ATTEGGIAMENTO CONTINUO’ E PERDURA FINO A NOI. IN MOLTI DISCORSI RIEVOCATIVI E NELLE COMMEMORAZIONI ANCOR OGGI SI PARLA SEMPRE DI 600.000 O 650.000 MORTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, MAI 700.000 O 750.000 MORTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, IGNORANDO O NON SAPENDO IL TRIBUTO DELLA PRIGIONIA.

I 100.000 MORTI IN PRIGIONIA,NON SONO RICORDATI PERDURANDO I CONCETTI DI CADORNA E DI D’ANNUNZIO, E DI TUTTA UNA CORRENTE DI PENSIERO, CHE CONSIDERA IL PRIGIONIERIO DI GUERRA NON UN COMBATTENTE SENZA ARMI IN MANO AL NEMICO, COME E’ STATO ED E’  NELL’APPROCCIO OCCIDENTALE, MA UN ESSERE SPREGEVOLE, UN TRADITORE PEGGIO DI UN DISERTORE, UN PECCATORE CONTRO LA PATRIA.






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