Token Money
dell’Amm. Gino Galuppini
a cura di Giovanni
Cecini[1]
Nei circa 5 anni trascorsi come
prigioniero di guerra sono stato ospitato in diversi campi: uno in Egitto
all’inizio, il campo di Geneifa nel luglio-agosto 1940, tre in India e, infine
uno ancora in Egitto al rimpatrio.
Nei campi di più lungo soggiorno,
cioè in India, circolava una specie di moneta, detta dagli inglesi “Token
Money”.
I primi ufficiali dell’Esercito,
dell’Aeronautica e della Marina catturati sul fronte libico e nel Mediterraneo,
dopo pochi giorni passati ad Alessandria, erano stati trasferiti in un campo,
ancora in costruzione nella località di Geneifa, ultima stazione prima di Suez
della ferrovia Alessandria-Suez, in una zona desertica accanto al canale
omonimo.
A tali prigionieri, in data 23
luglio 1940, si aggiunsero una ventina di ufficiali del Regio Incrociatore Colleoni, affondato il 19 luglio 1940, e
rimasti ad Alessandria, alloggiati in una caserma, nei giorni 20-22 luglio.
Non ricordo se a Geneifa
circolasse moneta: quello che mi ricordo perfettamente è che in tale campo non
esisteva uno spaccio, quindi il denaro non serviva.
Viceversa sul piroscafo Rajula sul quale imbarcammo il 23 agosto
per essere trasferiti in India, ci fu data una piccola somma di denaro in base
al grado rivestito, con la quale si poteva comperare un’aranciata a fine pasto.
Questo denaro era in moneta
corrente: Sterlina, Scellini e Pence.
Giunti in India, non essendoci
campi per prigionieri, venimmo ospitati nel “Central Internment Camp” di
Ahmednagar, dove dal settembre 1939 erano rinchiusi i civili tedeschi, e dove
dal 10 giugno 1940 gli internati italiani, inclusi sia i missionari, sia lo
stesso Delegato Apostolico monsignor Scuderi, e dove dal 15-18 giugno erano
stati rinchiusi gli ufficiali ed equipaggi dei sommergibili catturati nel Mar
Rosso nei primi giorni di guerra.
Il campo dei prigionieri di
guerra era completamente separato da quelli degli internati, che non si
potevano nemmeno vedere, ma vi era uno spaccio e tutti, inclusi i sottufficiali
e i marinai, ricevevano una “paga” in base al grado rivestito.
Inizialmente anche nel campo dei
P.O.W. [Prigionieri di Guerra] circolò la moneta in uso per gli internati:
vedasi biglietto rosa da 2 Annas intestato:
CENTRAL INTERNMENT
CAMP
AHMEDNAGAR
Poco tempo dopo entrò in servizio
un altro tipo di carta moneta che oltre al Central Internment Camp portava la
scritta a stampa:
PERSONAL ALLOWANCE ITALIANS INTERNEES
oltre alla quale, per l’uso a
parte dei prigionieri di guerra era aggiunto con timbro stampa:
SERVICE OF PRISONERS
OF WAR
[vedasi banconota da
una rupia]
Infine la banconota in uso per
gli internati furono eliminate e sostituite da altre in carta bianca invece che
rosa con la scritta:
SERVICE OF PRISONERS
OF WAR
[vedasi banconota da
1 Anna]
Questo tipo di moneta però ebbe
breve vita, perchè dopo la prima ritirata sul fronte libico i prigionieri
furono catturati a migliaia e per loro furono costruiti appositi campi a
Ramgharh e a Bhopal.
I circa 30 ufficiali e 450
marinai da Ahmednagar furono trasferiti a Ramgharh e sistemati insieme agli
ufficiali e soldati dell’Esercito. In questo campo circolò brevemente una
moneta simile a quella precedentemente citata, però con la scritta:
No.1 INTERNMENT CAMP
RAMGHAR
SERVICE OF PRISONERS OF WAR
[vedasi banconota da
1 Anna]
Si mette in rilievo la scritta
“INTERNMENT CAMP” e non “PRISONERS OF WAR” e inoltre la firma di un maggiore in
basso a sinistra.
La ragione di questa firma è che
da un’organizzazione civile si era passati ad una organizzazione militare,
quindi l’autorità militare ritenne che sulla cartamoneta vi fosse la firma del
“PRESIDENT REGIMENTAL INSTITUTE” in inglese abbreviato in “PI” AR “AI”
italianizzato in PIERAI o PIORAI, la più alta autorità del campo, col grado di
maggiore.
Come risulta venne ancora
impiegata la dizione:
N. 1 INTERNMENT CAMP
e la cartamoneta era stampata su
carta bianca con formato simile a quello impiegato per gli internati, ma questo
fu di breve durata, perchè dato il numero di “utenti”, dai biglietti su carta
si passò a una vera e propria cartamoneta, con fondo stampato a vari colori a
seconda del valore e la scritta in caratteri bianchi:
PRISONERS OF WAR
CAMP
E sotto, più in piccolo e a
caratteri neri il nome del campo
RAMGARH
Ma per l’aumentare del numero dei
campo anche su questa cartamoneta fu aggiunti con timbro a stampa la scritta:
P.O.W. CAMP
XX
[vedasi banconota da
1 Anna]
essendo 20 il numero del campo in
cui mi trovavo a Ramgarh.
Su alcune banconote tale timbro
poteva essere messo sul retro bianco.
Il timbro a stampa fu presto
abolito e sostituito dal numero 20 (o 21, 22 ecc.) messo a stampa in carattere
piccolo e nero davanti alla parola.
RAMGARH
[vedasi banconota da
1 Rupia]
Lo stesso tipo di moneta era in
uso nel campo di Yol, ovviamente con la scritta in nero “Yol” ed il numero del
campo che poteva essere 25, 26, 27 o 28.
A Yol esisteva anche un “Campo
Colonnelli” di cui ignoro il numero, in quanto nella gerarchia militare inglese
il “maggiore” è un ufficiale inferiore, quindi nei campi ufficiali vi erano
quelli dei gradi da sottotenente a maggiore. Colonnelli e Tenenti Colonnelli
erano, in campi separati, con trattamento un poco diverso. I Generali erano in
un campo a Dhera Dun, dove fu istituito anche un campo ufficiali di cui ignoro
il numero e non possiedo cartamoneta.
Allego due esemplari di moneta in
circolazione nel campo di Bhopal e “spesi” a Yol da ufficiali provenienti da
tale campo.
[1] Il
presente articolo è stato scritto nell’agosto 2005 dallo stesso Galuppini. Il
curatore si è limitato ad apporre modifiche al testo, esclusivamente
esplicitando le sigle meno diffuse, uniformando la parte grafica, correggendo i
refusi, aggiungendo le note come ausilio per il lettore, lasciando
completamente inalterato il contenuto del racconto [ndc].
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