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sabato 31 luglio 2021

Giorgio Madeddu. Cartoline del soldato Cresci Attilio prigioniero di guerra presso il campo di prigionia di Feldbach

 Post n. 3

23.07.18

Mio adorato consorte!

Sono priva di tue notizie da molto tempo, sto in pensiero per te, so che sei malato, se è possibile vorrei sapere quello che fai. Ti dico che la mia salute è ottima e anche i bambini stanno bene, il piccino poiché è tanto bello, parla che sembra che abbia un anno, ha spuntato un dente e cammina per una manina, se tu la vedessi come è carino che è il divertimento di tutti.

Ti dico che tutti stiamo bene e come vado sperando che anche tu vada migliorando. Attilio mio, non hai ricevuto niente da me che ti ho spedito tanta roba buona? Dalla Croce Rossa lo ricevi il pane?

Gli interessi vanno al solito, stai contento, fatti coraggio, ti bacio insieme ai piccini e tutti.

Sono la tua sposa Emma.

 

Siamo al 23 luglio 1918, Emma è priva di notizie da parecchio tempo, la malattia del marito la preoccupa ed è desiderosa di aver sue notizie. Come nelle precedenti cartoline Emma tranquillizza il marito, in casa stanno tutti bene e non manca di dare notizie del bambino a cui è spuntato il primo dente e inizia a camminare sostenuto per una manina.

Emma, come abbiamo avuto occasione di leggere nelle precedenti cartoline, ha inviato al marito parecchi pacchi viveri contenenti diversi generi alimentari ma non ha ricevuto alcuna conferma dell’arrivo dei pacchi a destinazione.  In questa cartolina Emma fa riferimento al pane per i prigionieri distribuito dalla Croce Rossa, la Croce Rossa, oltre alla assistenza morale e sanitaria, diede vita ad una straordinaria mobilitazione per il rifornimento ai prigionieri di guerra di pacchi viveri e razioni di pane, non poche furono nel Paese le iniziative di raccolta fondi destinate al pane per i prigionieri di guerra.

Questa è l’ultima cartolina nella nostra disponibilità, forse è l’ultima inviata da Emma prima che le autorità le comunicassero la morte del soldato Cresci Attilio avvenuta il 17 maggio 1918 per malattia nel campo di prigionia di Feldbach, come riporta l’Albo d’Oro dei Caduti della Grande guerra.

Durante la ricerca di notizie sul soldato Cresci, un sito presente sulla rete, rivela che un soldato di nome Cresci Attilio, anch’esso figlio di Lorenzo, nato lo stesso giorno e nello stesso paese del nostro, si troverebbe sepolto nel Sacrario militare di Fagarè nel comune di San Biagio di Callalta (TV), unica differenza la data di morte, il 1 aprile 1918, avvenuta probabilmente in località Caposile.

Particolare assai curioso. Si è recuperato il ruolo matricolare dall’Archivio di Stato di Firenze e si è chiesto al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Onorcaduti) di avere notizie circa il luogo di effettiva sepoltura del soldato Cresci Attilio.

Certamente non bastano le lodi per descrive l’opera e il lavoro profusi in questi 100 anni da Onorcaduti, ma in questa occasione, e ad onore del vero, con celerità e cortesia, è giunto il diniego alla diffusione di informazioni concernenti il caduto in questione,  in quanto tali notizie sono riservate ai parenti e a pochi altri soggetti istituzionali ma non ai ricercatori.

Probabilmente è necessario un intervento normativo che consenta, anche ai ricercatori di accedere alle notizie attinenti le sepolture dei caduti in guerra, sino a quel momento, probabilmente, il mistero della sepoltura del soldato Cresci Attilio di Lorenzo proseguirà……….

 



sabato 10 luglio 2021

Padre MInozzi. un volume a lui dedicato ed alla sua azione per i soldati e gli orfani di guerra

 


Il presente volume riporta le ricerche attivate nell’ambito di due progetti presentati al Ministero della Difesa e da questi accettati riguardanti la Prigionia nella grande guerra progetti che vogliono sottolineare il valore del combattente disarmato, di entrambi gli schieramenti, sia quello italiano sia quello austro-ungarico con la individuazione dei campi di concentramento per prigionieri in Italia e la geografia dei campi di concentramento in Austria e, nel prosieguo delle ricerche anche in Germania. Tutto questo in un quadro di studio ed approfondimento della articolazione delle modalità relative alla gestione dei prigionieri nel primo conflitto mondiale per contribuire non solo alla conoscenza di questo aspetto della Grande Guerra, ma anche di preservarne la memoria e gli insegnamenti che da questo fenomeno si possono trarre anche oggi. Il cittadino in armi che come soldato è chiamato, disarmato, a continuare ad essere fedele al giuramento presto in mano del nemico rappresenta un aspetto veramente degno di nota del valore militare. Aspetto da sottolineare anche alla luce che, mentre il combattente quando compie atti di valore è costante il suo riconoscimento anche tangibile, mentre il combattente disarmato, anche compie atti di abnegazione e valore, è per lo più non riconosciuto. Il presente volume è inserito nelle edizioni fuori collana dedicate alla prigionia.

 


 

Massimo Squillaci, Socio della Federazione di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro. E’ docente al Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea dal 1796 al 1960 attivato presso la Università degli Studi N. Cusano Telematica Roma.