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mercoledì 20 novembre 2019

Il priginiero di guerra Concetto 4

IL V FRONTE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE






Il prigioniero di guerra, per il proprio Paese è un soldato che deve continuare a combattere la guerra anche in mano al Paese nemico che lo detiene. Al momento del termine della prigionia, al rimpatrio, il suo comportamento in prigionia sarà valutato secondo le norme militari vigenti.
Per quanto concerne il soldato italiano lo status di prigioniero poteva essere rivestito dal momento della dichiarazione di guerra il 10 giugno 1940. Con la firma dell’armistizio del 1943 si apre una pagina quanto mai complessa in termini di prigionia in quanto, ad esempio l’armistizio fu firmato solo con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, mentre l’altra grande nazione della coalizione delle Nazioni Unite, l’Unione Sovietica non era presente. Vedremo le conseguenze e gli sviluppi di questa situazione, così come di quella francese; come noto la Francia aveva due poteri: quello appartenente alla coalizione hitleriana, detto di Vichy, e quello della cosiddetta Francia Libera, il primo con a capo il gen. Petain il secondo con a capo il generale De Gaulle. L’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia il 10 giugno 1940 e firmato con essa un armistizio il 25 giugno 1940. In base a ciò nessun soldato poteva essere prigioniero dei francesi. In realtà, come vedremo, oltre 15.000 soldati italiani dal 1843 al 1945 furono prigionieri dei francesi in violazione di ogni norma di Diritto Internazionale.
Il soldato italiano prigioniero aveva quindi da rispettare un proprio codice di comportamento al quale la stragrande maggioranza si è ispirata sia durante la guerra che al momento della crisi armistiziale, codice di comportamento basato sulla propria personalità, nella difesa sempre della propria dignità e derivante dal giuramento prestato che definiva il proprio senso del dovere  e della disciplina e, quindi,  dal conseguente obbligo di impegnarsi contro il nemico della propria Patria, intendo per nemico quello indicato dall’autorità costituita. In questo contesto il prigioniero di guerra italiano era ed è considerato un combattente che ha fatto il proprio dovere fino al limite delle proprie possibilità.

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