Traduttore

lunedì 7 settembre 2020

La propaganda austriaca contro l'Italia in tema di prigionia di guerra


TRATTAMENTO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA
AUSTRO-UNGARCI IN ITALIA
Neue Freie Presse 20/6

Dal quartiere generale della stampa si comunica:

Il Governo Italiano, impensierito per gran numero di prigionieri fatti dagli eserciti degli Imperi Centrali, durante l'offensiva dell'autunno scorso, ha iniziato una violenta campagna giornalistica contro l'Austria accusandola di maltrattamenti d'ogni specie a carico dei prigionieri italiani. Di fronte a tali accuse, che si fanno di giorno in giorno più violenti, il Comando Militare Austriaco, per la tutela della verità e del suo decoro, crede opportuno di denunciare i seguenti fatti che si verificano in Italia a carico dei prigionieri austro-ungarici.

Ufficiali e truppa sono fatti segno di ogni sorta di ingiustizie. I tentativi di fuga che, secondo la Convenzione dell'Aia, dovrebbero essere puniti solamente in via disciplinare, sono puniti in via giudiziaria. Di nove ufficiali che il 22 maggio 1917 fecero un tentativo di fuga a Cortemaggiore, furono puniti otto a sei mesi di carcere dopo un'istruttoria durata due mesi e mezzo, uno a tre anni di reclusione per il fatto che si era procurato una carta topografica. Due attendenti che avevano procurato ai loro ufficiali due lampadine elettriche furono puniti a due anni di reclusione. Il tenente medico B. fu condannato ad un anno di carcere perchè era intervenuto presso il Comando del campo dei prigionieri al fine di ottenere la liberazione di un prigioniero austriaco, il quale, essendo legato al palo per punizione, era caduto in svenimento.

La punizione del palo e simili è usata in Italia per i prigionieri austriaci in modo barbaro. A Castelmaggiore furono legati alle colonne del corridoio del chiostro, il giorno 4 novembre 1916 parecchi ufficiali, fra i quali alcuni capitani ed un tenente di 44 anni, per una durata di parecchie ore ed insultati dai soldati italiani di guardia e da operai nel modo più umiliante, e ciò perchè non avevano voluto accettare alla mensa un alfiere, di nazionalità romena, sospettto di diserzione.
La truppa è fatta segno a punizioni e condanne draconiane. I rifiuti al lavoro sono puniti con condanne perfino di 20 anni di reclusione. I prigionieri feriti sono operati senza anestetico e se durante le operazioni non si mantengono tranquilli, vengono maltrattati e battuti dai soldati italiani di sanità.

Un tenente, ora restituito, fu operato sette volte senza narcotico e di conseguenza divenne pazzo. Un capitano, pure restituito, ha riferito che l'estate scorsa si impiegarono i prigionieri per inarcamento di agrumeti ed aranceti in regioni fortemente malariche e che quindi in quella situazione erano abbandonati dalla popolazione; la conseguenza fu che moltissimi si ammalarono e morirono di malaria. Nel campo di Averno si vedevano allora degli uomini ischeletriti, ridotti a pelle ed ossa che si reggevano in piedi a stento.

Sarebbe troppo lungo elencare tutti i dettagli in merito ed addurre degli altri fatti consimili, attestanti il trattamento inumano cui il Governo Italiano assoggetta i prigionieri di guerra; quanto si è esposto e che può essere dimostrato con documenti ufficiali, è più che sufficiente per far comprendere di quali colpe il Governo Italiano si sia macchiato.

Nessun commento:

Posta un commento