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martedì 20 aprile 2021

Prigionieri di guerra italiani nel campo di concentramento austriaco di Feldbach in Stiria.

 

Giorgio Madeddu


La storia è fatta dagli uomini, anche quella dei campi di concentramento durante la prima guerra mondiale è fatta da migliaia di piccole di storie, quelle dei soldati italiani caduti in prigionia nei campi di battaglia.

Miscali Giovanni Battista di Antioco e Mele Maria Giuseppa nasceva a Ghilarza (OR) il 22 settembre 1890 di mestiere contadino. Nell’agosto 1916 giungeva in territorio dichiarato in stato di guerra assegnato al 230° reggimento fanteria della Brigata Campobasso.

Il 15 maggio 1917 riportava ferita al torace per scoppio di granata nemica nell’azione di conquista del Monte Santo. Rientrava dalla licenza di convalescenza nell’agosto seguente e seguiva il reggimento nel trasferimento sulla fronte dell’Isonzo.  

Cadeva prigioniero e moriva nel campo di concentramento austriaco di Feldbach in Stiria il 19 luglio 1918 per malattia.

Oltre al ricordo dei congiunti rimangono consegnate alla storia e al rispetto dovuto, 3 cartoline postali in franchigia per prigionieri di guerra, inviate dalla madre affranta di Giovanni dalla natia Ghilarza.


 Ghilarza, 29 luglio 1918

Figlio Carissimo noi sempre ottima salute cosi spero di te però mi ritrovo tanto dispiaciuta come hai scritto che ancora non hai ricevuto niente pacchi e né cartoline, noi da quando hai scritto abbiamo sempre spediti i pacchi e le cartoline, te ne mandiamo fino due ogni settimana. Caro appena ricevi qualche cosa ti prego scrivere subito che non puoi credere il dispiacere che per questo di non sapere che hai ricevuto niente, ti prego stare allegro e tranquillo io spedisco sempre i pacchi, prega sempre a Dio e alla Madonna e loro ti aiuteranno. Caro ti faccio sapere che Daniele si trova in paese in licenza, ti mando mille baci e abbracci di tue sorelle, i saluti di Daniele e sono tua affettuosa mamma Maria.

Quando mamma Maria scriveva questa cartolina Giovanni era morto da ormai 10 giorni, nella cartolina si legge tutto il dolore e la preoccupazione per la salute e il benessere del figlio, lo affida alla preghiera e alla protezione di Dio e della Madonna, soffre perché i pacchi con gli alimenti e le cartoline da lei spedite, anche due alla settimana, non ottengono nessun riscontro. Una bella notizia comunque la trasmette, Daniele Miscali, probabilmente il cugino è rientrato in paese in licenza.  (segue)










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