Prigionia
di Guerra in Unione Sovietica
Il
Giornale per prigionieri in lingua italiana “”L’ALBA” 1943-1946
II Parte
Il
quadro politico in Italia era presentato sempre da uno scenario in cui operavano
contrasti, socialisti e “democratici” senza alcuna specificazione, i buoni
contro le forze reazionari in cui i cattolici erano ignorati; per i prigionieri
cattolici si doveva prendere atto che l’unico spazio politico loro disponibile
era la militanza nelle formazioni dei
cattolici di sinistra (popolari,
...sociale) o in quelle dei cattolici
comunisti. Tutti fenomeni che prima o poi dovevano confluire nel grande scontro per la conquista del
potere in Italia.. Da qui le polemiche dell’”L’ALBA” verso il Vaticano, l’Osservatore Romano e Pio XII che
confutavano il disegno togliattiano verso i cattolici.
Altri
temi proposti ai prigionieri i temi
postbellici: la questione istituzionale, la guerra contro l’occupante tedesco e la RSI e la punizione ai Fascisti,
l’ Esercito Rosso e le sue benemerenze, ed i commenti gli avvenimenti del corso
della guerra.
Qui”L’ALBA”
fa una scelta precisa .
Presenta
l’Armata Rossa, armata di popolo che combatte
per il popolo, da una parte e dall’altra
gli Eserciti Occidentali che sono
espressione del capitalismo anglo-
americano con tutto quello che significa.
Tutte
le più grandi vittorie delle Armate
Alleate sono presentate in modo. Riduttivo, a significare che sono vittorie di eserciti si, alleati, ma sempre espressione di un mondo e di un sistema
contrari al socialismo ad oppressori del popolo.
Mentre,
in numeri successivi, si inneggia a tutta pagina alle Vittorie dell’Armata
Rossa, quelle scenate erano riportate
sempre in poche righe e senza enfasi. Non venivano mai riportati in ordine su fronti asiatici,
dandone carattere eurocentrico alla
guerra in quanto in quei fronti asiatici non vi era la URSS.
La
stessa notizia dello sganciamento della
Bomba Atomica è riportata in tono minore,
sottolineando la caduta del Giappone
come frutto della offensiva sovietica
concorrente all’azione americana.......
Ogni
messaggio di Stalin era esercitato, mentre la morte di Rooswelt venne
presentata in 17 righe.
Con
la fine della Guerra ”L’ALBA” accentuò la sua azione propagandistica.
Fondato per politicizzare i prigionieri
in senso comunista e destinato ai
prigionieri visti come veicoli “socialisti” al loro rimpatrio, questa azione
non poteva terminare con la fine della guerra.
Infatti
per tutto il 1946 ”L’ALBA” riporta i temi della lotta politica in Italia, in
cui tutto ruota attorno al problema del
Rimpatrio. Ai prigionieri viene
presentato il dilemma se in Italia avrebbero prevalso le forze di sinistra il
rimpatrio ci sarà altrimenti .... la guerra continua.
Il
15febbraio 1946 in
questa ottica l’Alba arriva a scrivere che l’Italia è un rifugio di fascisti e antifascisti
rinnegati, affermazione che indirettamente
stava a significare un rimpatrio
quanto mai aleatorio.
L’ultimo
numero de ”L’ALBA” il 15 maggio 1946, in questo senso e significativo.Riporta
le nuove riflessioni di Ugo Zatterin pubblicate dal giornale socialista l’AVANTI
sul morale dei reduci, il cui titolo era quanto mai indicativo: “E’ difficile
ritornare” Per i Prigionieri non era un
leggere entusiasmante. Del resto, per L’URSS, rimpatriare masse di prigionieri,
in vista di un voto, significava fornire elementi alla parte avversa.
”L’ALBA”,
in modo sorprendente, anticipò nei mesi seguenti già dall’aprile 1945, ed è
molto significativo, i temi e i toni
dell’incipiente “Guerra fredda” che si sarebbero sviluppati nel dal 1946 e negli anni seguenti.
Interessante
al riguardo riportare alcuni scritti dei
prigionieri per comprendere il tenore e
i contenuti della collaborazione
all’”L’ALBA”
Quello che scrivono
i prigionieri
”L’ALBA”
n.11 - 15 giugno 1943 Sottotenente Antonio MASTROPASQUA
“... Forse noi non vedremo sulla faccia della terra un popolo più florido
del russo ... Compagni prigionieri
, la nostra permanenza in questa
terra è stata e sarà maggiormente una rivelazione .... Quando
avremo capito e visto tutto, sara’ come
aver avuto il dono di altri due occhi e di un altro cervello....”
”L’ALBA”
n. 15 20 luglio 1943 Soldato F:FERRERI
“.....
Adesso basta. E’ ora di risolvere questo problema con una giusta soluzione:
levarsi la benda dagli occhi liberarsi le gambe dalle catene che ci hanno
impedito ogni passo verso la libertà di
vita e di pensiero.....”
”L’ALBA”
n. 16 27 luglio 1943 Sottotenente Angelo
MOLINARI
“.....
Nell’Unione Sovietica esiste uguaglianza e libertà e non schiavitù come si era tentato di farci
credere. Ma noi abbiamo aperto gli occhi
alla verità . Da due anni che ci troviamo in >Russia ci è apparsa la
grandezza di questo popolo ed abbiamo capito che le radici di questa grandezza
stanno nella libertà e nell’uguaglianza che si respirano nell’aria”.
”L’ALBA”
n. 21 31 agosto 1943 Sottotenente Pasquale CARVELLI
“....
Il regime fascista assoluto,
autoritario, accentratore di tutte le energie nazionali in dottrina ed in
pratica, si era dimostrato retrogrado......
“.....Con
il distruggere la libertà di
stampa, di parola di associazione, il
fascismo soffocava e reprimeva come reato tutte le manifestazioni di libera parola e di critica costruttiva.
Ogni tentativo di critica e di
opposizione era considerato disfattismo e con mezzi illeciti e delittuosi
veniva comunque schiacciato.....”.
”L’ALBA”
n. 2 febbraio 1943 Sottotenente Egidio ZANGRANDE
“....credevo di trovare in Russia una
popolazione infelice, oppressa , invece ho visto il contrario. Gente felice, contenta, bene organizzata
nelle campagne, nelle citta’, nelle magnifiche ed ultramoderne industrie.... che differenza con quello che
possiamo vedere in Italia!”
”L’ALBA”
n. 16 27 luglio 1943 Artigliere Angelo
COLOMBO
“...
molti soldati in Italia oggi non
stanno cosi’ bene come noi, in questo
bellissimo bosco di pini con un
trattamento davvero eccezionale per un
prigioniero..... in quale caserma italiana, anche in periodo normale, viene
distribuita una razione di burro, lardo e zucchero giornaliera, tre abbondanti ranci ed altri viveri di conforto?”..
(Falsità grossolane . Nel luglio del 43 in nessun lager sovietico si viveva in quel modo. Chi scrive
probabilmente faceva l’informatore e solo lui e qualche altro erano
trattati cosi’.... Avrebbe dovuto dare
ai lettori l’indirizzo di quel campo: le richieste di trasferimento sarebbero
state 10.000......Nota dell’UNIRR)
”L’ALBA”
n. 19 17 agosto 1943 Sergente Maggiore
CAOVILLA
“....La
voce nella baracca che canta, ci mostra lo stato d’animo dei
camerati che, passato il momento dell’incertezza dei primi mesi di prigionia (la chiama incertezza! - n.d.r.) gustano
ora le comodità create per noi
dal governo del popolo russo. ... rispondiamo
alle amorevoli cure delle autorità astenendoci dal sollevare
lamentele assurde ... la figura
immobile della sentinella pare
essere la, non per controllare i nostri movimenti ma per protegger e difendere dall’altro della
garitta, il nostro sonno....”
(Questa che le sentinelle con i mitra
spianati proteggeessero il sonno dei
prigionieri dall’altro delle loro torri- garitte non si era mai sentita –Nota dell’UNIRR)
”L’ALBA”
n. 25 - 28 settembre 1943
Artigliere Giovanni BERARDI
“.....
sono prigioniero dei russi e sono soddisfatto del loro comportamento verso di me; mi danno più da mangiare che quando era soldato in Italia...”
(un altro che il commissario politico aveva imbucato in cucina – Nota dell’UNIRR)
”L’ALBA”
n. 35 - dicembre 1943 - Sergente BELTRAME
“....
abbiamo dei posti letto veramente
comodi e confortevoli , con
pagliericcio, cuscino, coperta e lenzuolo. Di cio’ dobbiamo ringraziare le
autorita’ sovietiche...”
”L’ALBA”
n. 26 - 14 dicembre 1943 - Soldato Cleto MARINO
(racconta che in Italia faceva il venditore ambulante di generi alimentari nei mercati – Nota
dell’UNIRR)
“....Certo è che io trovandomi prigioniero in questo
libero paese dove non si sa cos’e’ lo sfruttamento, mangio e fumo di piu’ di quanto possa farlo un venditore ambulante in Italia....”
”L’ALBA”
n. 34 - 30 novembre 1943 - Tenente S.GIULIANO (magistrato)
“....
il principio democratico ha trovato
nell’URSS la piu’ integrale e
conseguente attuazione.”
”L’ALBA”
n. 67 - 23 luglio 1944 - Maggiore in Spe Walter BERARDI
“....l’esercito
nuovo ha bisogno di uomini nuovi, dalla
coscienza profonda e sicura e dalla
volontà di fare realmente gli interessi del popolo. Capi, quindi, fedeli ,
devoti, sicuri.
Bisogna perciò sviluppare l’educazione politica dei
soldati e degli ufficiali - portando un’attenzione
particolare a quest’ultimi - dovendo far di loro al più presto dei buoni
educatori dei propri soldati. Anzi, al
riguardo, non sarebbe certo inutile, per
un certo tempo, di avvalersi di appositi istruttori politici, scelti tra coloro
che abbiano potuto occuparsi seriamente
ed obiettivamente di questioni politiche
nazionali ed internazionali e che siano particolarmente adatti a svolgere una intensa opera di agitazione e di
educazione presso i reparti del nuovo
esercito italiano ....”.
(Una chiara proposta per l’istituzione dei
commissari politici nel futuro
esercito italiano – Nota
dell’UNIRR)
”L’ALBA”
n. 24 21 settembre 1944 - Soldato L.AVVENTO - “Le barberie dei tedeschi”
“....
Mi trovavo in marcia verso il fronte ed abbiamo
incontrato una colonna di
prigionieri russi che andavano nelle retrovie. Un soldato russo che si è allontanato dalle file
per prendere un po’ di pane offertogli da una donna, venne ucciso da un tedesco con un colpo di pistola, che in piu’ bastono’
lo donna ....”
”L’ALBA”
n. 30 2 novembre 1943 - Sergente Attilio BELTRAME
“....
Ho frequentato a Treviso le scuole magistrali e credevo di essere
molto intelligente, ma mi accorgo ora,
parlando con gli istruttori
italiani che vengono nel campo, di essere ben
lontano dal possedere la vera
scienza. Ora sto imparando molte
cose da questi lavoratori che furono perseguitati dal fascismo
e che hanno imparato un mucchio
di cose nel regime di libertà e di progresso
che esiste nell’Unione Sovietica....
Mi accorgo di avere sprecato
sui libri della scuola fascista ,
tanti anni, tante energie e tanto denaro. Ringrazio i miei veri maestri,
cioè gli istruttori italiani che
vengono nei campi e prometto di essere un loro degno seguace.”
”L’ALBA”
n. 16 - 27 luglio - Caporale Gino DANILE
“.....Mussolini lo sa che una parte dei
soldati educati dal fascismo sono completamente
o quali analfabeti? Tutta colpa di Mussolini e dei suoi gerarchi che cercano di arricchirsi e
comandare tenendo il popolo nell’ignoranza.
Ma ecco che l’Unione Sovietica ci viene in aiuto e a noi prigionieri concede cose che il fascismo non avrebbe mai fatto. L’Unione Sovietica ci
aiuta a combattere l’analfabetismo”..
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