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sabato 3 ottobre 2020

Risposta Italiana alle accuse austriache in tema di prigionia di guerra 3




Roma, 15 luglio 1918
MINISTERO DELLA GUERRA
Commissione per i Prigionieri di guerra
n. 18852 di protocollo
OGGETTO: Informazioni
AL COMANDO SUPREMO – UFFICIO INFORMAZIONI

Mentre ringrazia della comunicazione di cui nel foglio sopradescritto questa Commissione si fa premura prospettare quanto segue nei riguardi dei singoli punti d'accusa contenuti nell'articolo della "NEUE FREIE PRESSE" del 20 giugno u.s.

Operazioni chirurgiche di prigionieri di guerra senza anestetico
Un solo reclamo risulta pervenuto al riguardo dal Governo di Vienna circa una pretesa enucleazione dell'occhio destro senza narcotizzazione al cadetto Heim; operazione per la quale a ragione veduta fu al paziente applicato il sistema locale e ciò in vista delle sue condizioni generali avendo egli altresì riportato una estesa ferita alla radice del naso. Il dott. Cap. Columbo che presiedette all'operazione nell'Ospedale di Vicenza, assicura come tale metodo prevalga nella comune pratica oculistica.
Spiegazioni del caso furono fornite al Governo a.u. in via diplomatica fin dall'agosto 1917.
Nulla è noto circa l'impazzimento dell'ufficiale prigioniero per essere stato operato sette volte senza narcotico.

Prigionieri morti di malaria
I prigionieri morti di malaria nello scorso anno e nei primi mesi del corrente ascesero a 366 su oltre 70.000 prigionieri lavoratori; quindi una percentuale modesta. Non si hanno dati precisi circa il numero dei colpiti da detta malattia, ma può affermarsi che anch'esso si mantenne in limiti moderati.
Non si mancò di adottare tutte le misure profilattiche, preventive e curative; dove l'epidemia malarica manifestatosi con una certa gravità, furono ritirati senz'altro i distaccamenti ai prigionieri lavoratori.
Questi i fatti specifici a cui allude l'articolo della "Neue Freie Presse" quali si sono svolti.
Per quanto concerne la smentita di cui è cenno nel foglio di codesto Servizio, che si vorrebbe opporre alle fallaci o per lo meno esagerate nonchè svisate informazioni di detto giornale, questa Commissione senza entrare in merito alla opportunità della medesima, si pregia far notare a codesto Servizio che i singoli fatti manzionati hanno già avuto tutti la sua ripercussione in altrettanti reclami e proteste e minacce di rappresaglie per parte del Governo a.u. che furono sempre esaurientemente trattati sia per via diplomatica che pel tramite della Croce Rossa dei due paesi.
Le Autorità a.u. sono quindi perfettamente informate dello stato reale delle cose e se ciò nonostante acconsentono alla pubblicazione di notizie così poco rispondenti a verità, si deve ritenere che esse così agiscano volontariamente e per uno scopo determinato.
Nei paesi neutrali è risaputo che in Italia i prigionieri di guerra sono trattati con umanità e giustizia. Ne fanno fede le testimonianze del prof. D'Espines e del Rev. P. De Courten i quali dopo aver visitati molti reparti di prigionieri a.u. in Italia non esitarono a dichiarare che in nessun paese i prigionieri di guerra erano stati trattati così bene come in Italia.
La cosa è pure risaputa in Italia. Ma coll'opporre una pubblica smentita alle affermazioni della N.F.P. si verrebbe ad accentuare troppo una condizione di fatto, che se torna a tutto nostro onore, non conviene sia dato in balia a pubblica discussione.
Basta ricordare al riguardo l'acerba campagna condotta tempo fa dal Bottazzi nel "Corriere della Sera" circa il pretesto troppo famigliare trattamento usato in Italia ai prigionieri di guerra: campagna che andò tant'oltre al consenso della Censura, che le Autorità dovettero intervenire a mettere le cose a posto.

Per opportuna norma si soggiunge che già il Sottosegretariato della Propaganda all'Estero impressionato dalle pubblicazioni fatte in Svizzera al riguardo aveva chiesto a questa Commissione elementi per pubblicare una precisa smentita a mezzo di un comunicato della Stefani ed intraprendere una polemica sui giornali svizzeri stessi.

Ma avendo questa Commissione, nel fornire il materiale richiesto, espresso l'avviso che ulteriori polemiche sull'argomento fossero inopportune, il Sottosegretario per la Propaganda ha aderito a tale punto di vista, rinunciando ad ogni ulteriore pubblicazione a riguardo.

IL TENENTE GENERALE PRESIDENTE
Il Contrammiraglio
Filipperi

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