Roma, 15
luglio 1918
MINISTERO DELLA
GUERRA
Commissione per i
Prigionieri di guerra
n. 18852 di
protocollo
OGGETTO: Informazioni
AL COMANDO SUPREMO –
UFFICIO INFORMAZIONI
Mentre ringrazia
della comunicazione di cui nel foglio sopradescritto questa Commissione si fa
premura prospettare quanto segue nei riguardi dei singoli punti d'accusa
contenuti nell'articolo della "NEUE FREIE PRESSE" del 20 giugno u.s.
5° Operazioni
chirurgiche di prigionieri di guerra senza anestetico
Un solo reclamo
risulta pervenuto al riguardo dal Governo di Vienna circa una pretesa
enucleazione dell'occhio destro senza narcotizzazione al cadetto Heim;
operazione per la quale a ragione veduta fu al paziente applicato il sistema
locale e ciò in vista delle sue condizioni generali avendo egli altresì
riportato una estesa ferita alla radice del naso. Il dott. Cap. Columbo che
presiedette all'operazione nell'Ospedale di Vicenza, assicura come tale metodo
prevalga nella comune pratica oculistica.
Spiegazioni del caso
furono fornite al Governo a.u. in via diplomatica fin dall'agosto 1917.
Nulla è noto circa
l'impazzimento dell'ufficiale prigioniero per essere stato operato sette volte
senza narcotico.
6° Prigionieri
morti di malaria
I prigionieri morti
di malaria nello scorso anno e nei primi mesi del corrente ascesero a 366 su
oltre 70.000 prigionieri lavoratori; quindi una percentuale modesta. Non si
hanno dati precisi circa il numero dei colpiti da detta malattia, ma può
affermarsi che anch'esso si mantenne in limiti moderati.
Non si mancò di
adottare tutte le misure profilattiche, preventive e curative; dove l'epidemia
malarica manifestatosi con una certa gravità, furono ritirati senz'altro i
distaccamenti ai prigionieri lavoratori.
Questi i fatti
specifici a cui allude l'articolo della "Neue Freie Presse" quali si
sono svolti.
Per quanto concerne
la smentita di cui è cenno nel foglio di codesto Servizio, che si vorrebbe
opporre alle fallaci o per lo meno esagerate nonchè svisate informazioni di
detto giornale, questa Commissione senza entrare in merito alla opportunità
della medesima, si pregia far notare a codesto Servizio che i singoli fatti
manzionati hanno già avuto tutti la sua ripercussione in altrettanti reclami e
proteste e minacce di rappresaglie per parte del Governo a.u. che furono sempre
esaurientemente trattati sia per via diplomatica che pel tramite della Croce
Rossa dei due paesi.
Le Autorità a.u.
sono quindi perfettamente informate dello stato reale delle cose e se ciò
nonostante acconsentono alla pubblicazione di notizie così poco rispondenti a
verità, si deve ritenere che esse così agiscano volontariamente e per uno scopo
determinato.
Nei paesi neutrali è
risaputo che in Italia i prigionieri di guerra sono trattati con umanità e giustizia.
Ne fanno fede le testimonianze del prof. D'Espines e del Rev. P. De Courten i
quali dopo aver visitati molti reparti di prigionieri a.u. in Italia non
esitarono a dichiarare che in nessun paese i prigionieri di guerra erano stati
trattati così bene come in Italia.
La cosa è pure
risaputa in Italia. Ma coll'opporre una pubblica smentita alle affermazioni
della N.F.P. si verrebbe ad accentuare troppo una condizione di fatto, che se
torna a tutto nostro onore, non conviene sia dato in balia a pubblica
discussione.
Basta ricordare al
riguardo l'acerba campagna condotta tempo fa dal Bottazzi nel "Corriere
della Sera" circa il pretesto troppo famigliare trattamento usato in
Italia ai prigionieri di guerra: campagna che andò tant'oltre al consenso della
Censura, che le Autorità dovettero intervenire a mettere le cose a posto.
Per opportuna norma si soggiunge che già il Sottosegretariato della Propaganda all'Estero impressionato dalle pubblicazioni fatte in Svizzera al riguardo aveva chiesto a questa Commissione elementi per pubblicare una precisa smentita a mezzo di un comunicato della Stefani ed intraprendere una polemica sui giornali svizzeri stessi.
Ma avendo questa Commissione, nel fornire il materiale richiesto, espresso l'avviso che ulteriori polemiche sull'argomento fossero inopportune, il Sottosegretario per la Propaganda ha aderito a tale punto di vista, rinunciando ad ogni ulteriore pubblicazione a riguardo.
IL TENENTE
GENERALE PRESIDENTE
Il
Contrammiraglio
Filipperi
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