Contributi e studi sulla prigionia di guerra italiana dal 1861 al 1945 con accenni a quelle antecedenti e a ad altre prigionie dal 1900 ad oggi.Spazio di ricerca del CESVAM - Istituto del nastro Azzurro (Curatore:Massimo Coltrinari) email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
Traduttore
mercoledì 29 dicembre 2021
lunedì 20 dicembre 2021
Consistenza dei Rimpatri dei prigionieri di guerra ed internati nel 1945-1946
Nel periodo Maggio-settembre 1945, transitarono ne centri alloggi dell’Italia settentrionale e centrale:
reduci dalla Germania e dalla Svizzera………………….circa 404.500
reduci dala Francia (cooperatori)………………………..circa 13.700
reduci dalla Francia (4° armata)…………………………circa 7.100
Nel periodo Ottobre- Dicembre 1945
reduci dalla Germania e dalla Svizzera………………….circa 204.600
reduci dala Francia (cooperatori)………………………..circa 21.200
reduci dalla Russia………………………………………circa 9.500
Nel periodo Gennaio- Marzo 1946
reduci dalla Germania ……………….………………….circa 18.300
Nel periodo Aprile- Luglio 1946
reduci dalla Germania ………………….……………….circa 6.000
Il problema politico del Rimpatrio.
La situazione economica dell’Italia al momento dell’accogliemento dei reduci e tragica:
Fatti uguali a 100 i valori del 1939, nel 1945:
- il reddito nazionale è sceso del 51,9%
- la prodizione agricola è scesa del 63,3%
- la produzione industriale e scesa del 29%
- i consumi sono scesi el 38%
Inoltre l’inflazione sale verticalemtne mentre il potere di acquisto delle retribuzioni scende del 22%
La disoccupazione è elevata: nel 1945 vi sono oltre un milione di disoccupati, cifra destinata a salire negli anni successivi.
Non vi erano condizioni economiche per accoglierli come si dovrevve.
Per gli Internati l’accoglienza, si può sintetizzare in poche frasi.
Liquidate le loro competenze essi vennero posti in congedo. Solo quelli bisognosi di cure vennero ospitati negli ospedali militati per un periodo di 2-3 settimane e successivamente ebbero qualche sussidio dal Ministero della Assistenza post belica. Nel 1945, all’indomani della fine della guerra, rientrò la gran massa degli Internati, tornò alle loro case e alimentò il numero dei disoccupati, senza alcuna assistenza particolare. Gli agricoltori tornarono subito al lavoro, ma esso era redditizio solo per chi lavorava la propria terra, in quanto poteva vendere i propri prodotti al mercato nero; i braccianti avevano paghe miserrime, specienel Sud, ed alimentarono episodi di lotta contadina e successivamente una vivace immigrazione verso l’America Latina e successivamente verso il settentrione della Francia
Le sorti di coloro che erano operai furono difficili.I lavori della ricostruzione edilizia, delle vie stradali e ferroviarie sarebbero stati a portata di mano, ma ogni ripresa produttiva era resa impossibile dalla crisi finanziaria e dalla deficienze delle materie prime. Sarà solo con l’avvio del programma UNNRA, ma circa due anni dopo che questa ripresa si avviasse.
L’atteggiamento delle autorità verso l’Internato fu di diffidenza e di disinteresse.
Le autorità Militari, per definizione, sono sospettose verso il militare che cade prigioniero o internato; si interessano a lui solo per conoscere il modo con cui è stato fatto prigioniero, poi si disinteressano. E così fu fatto
Le Autorità Politiche non amano pensare agli Internati in quanto constatano che tutti gli Internati sono stati partecipi della guerra “fascista”, quella del 1940-1943, e quindi, nonostante l’Internamento o sono “fascisti” nell’animo o sono “badogliani”, e questo è un appellativo che apre ampie riserve mentali, e le loro traversie non hanno fatto rumore e non possono essere sfruttae a fini politici, anzi temono il fenomeno del “reducismo” considerato una delle piaghe che nel primo dopoguerra portò a facilitare l’ascesa del fascismo.
Ma sugli Internati pesa l’accusa, mai lanciata, mai messa su carta, mai pronunciata, ma pensata da molti, di “badoglianesimo”, ovvero il fatto che all’indomani della proclamazione dell’armistizio, hanno ceduto le armi per vari motivi: perché erano stanchi di combattere, per non rischiare la propria vita, convinti che la guerra fosse finita e non pensarono al altro che a ritornare a casa. In pratica, salvo le eccezioni, la gran massa degli Internati fu accusata di aver ceduto le armi ai tedeschi, venendo neno ad uno dei primi obblighi del militare. Poi, dopo riflessione su quello che è stato il loro comportamento nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio, si sono riscattati non collaborando con il tedesco.
Ma il momento della resa non fu perdonato, nell’animo a costoro e nessuno tenne in debita considerazione il loro comportamento dietro il filo spinato
Da questa situazione emerse un atteggiamento, una volta giunti in famiglia, di totale chiusura a parlare della loro esperienza. In confronto a coloro che avevano preso le armi, i partigiani, che erano coloro che uscivano dalla guerra come vincitori, gli Internati erano o fascisti sconfitti, o traditori senza che lo si pronunciasse, oppure dei vigliacchi venuti meno all’onore militare. Nessuno volle riconoscer ele sofferenze da loro patitte, che del resto, facevano sistema con tutte le sofferenze del popolo italiano.
Questo atteggiamento di totale chisusa in se stessi fece si che il fenomeno dell’Internamento militare sia poco conosciuto, anzi un fenomeno che fino agli anni novanta rimase ai margini della nostra coscienza civile.
[1] Schreiber G., I Militari Italiani Internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943 -1945, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'esercito, uffi
venerdì 10 dicembre 2021
Ufficio Autonomo Reduci da Prigionia di guerra e Rimpatriati.
Ufficio Autonomo Reduci da prigionia di Guerra e Rimpatriati nella sua fase iniziale dovette superare notevoli difficoltà, soprattutto in relazione alla grossa confusione esistente in tema di rimpatri.
Le autorità Alleate, che di fatto comandavno in Italia, appellandosi alle Istruzioni Amministrative della M.M.I.A., i quali testualemte recitavano:
“ Gli individui che sono stati mebri del passato esercito italiano sono considerati sivili fino a che essi non siano stati arruolati o richiamati secondo la procedura militare italiana attuale”.
Queste attestazioni applicative quindi non riconoscevano la qualità di “militari” ai rimpatriandi, cosa in palese contrasto con la realtà. Di conseguenza essendo i ripatriandi “civili”, le organizzazioni che li dovevano accogliere non dovevano essere militari e ma organizzazioni con personale civile.
Nella primavera del 1945 il compito principale dellìUfficio Autonomo fu quello di sottrarsi da ogni influenza o competenza di enti non Militari e trattare direttamente con
Nelle stesso tempo l’Ufficio Autonomo ha chiesto aiuto ed assistenza ad altri Enti, quali
L’azione dell’Ufficio Autonomo sul campo si è materializzata con la creazione di Centri Alloggio, che non erano altro che i vecchi campi contumaciali, ma che per ragioni di opportunità e psicologiche cambiarono nome, in corrispondenza dei principali porti e passi di frontiera. L’Organizzazione dei Centri Alloggi provvedeva a ricevere, assistere, vettovagliare, amministrare, immatricolare, smistare i reduci. In particolare queste operazioni erano fatte tenendo in evidenza la provenienza dei reduci, ovvero da campi di concentramenti; vi si tentava di dare una calda accoglienza a chi aveva tanto sofferto, cercando di smussare o eliminare quegli aspetti burocratici che spesso sono più deleteri di ogni altra cosa.
Per lo smistamento si creavano ogni categoria (civili, militari dell’esercito, marina, aeronautica, guardia di finanza, carabinieri, ecc,) destinazioni “ad hoc, presso le organizzazioni di competenza.
L’Ufficio Autonomo, nell’aprile 1945, creò a Milano un suo Distaccamento chiamato Delegazione di Milano, che nel suo massimo sviluppo impiegò 2100 Militari e 1070 impiegati civili
I criteri che sotenne l’opera dell’Ufficio Autonomo sono stati:
- nessun ostacolo o remora al rimpatrio dei reduci
- massima accelerazione ad ogni pratica per il rimpatrio
- massima assistenza possibile in termini materiali
Questi criteri sono stati contrastati da oggettive difficoltà, quali da esempio la carenza di mezzi di trasporto, la cui priorità era assegnata ai rifornimenti ed ai avvicendamenti dei reparti e da fattori contingenti, quale ad esempio la necessità, per l’Inghilterra. Di utilizzare nei lavori di campagna nel regno Unito, la mano dìopera dei prigionieri italiani, considerata pregiata, sino a che non è stato possibile sostituirla con aliquote di prgionieri tedeschi.
Ai primi di aprile, in previsione della disfatta tedesca, nell’Italia del Nord, in previsione del rientro in Italia degli Internati in Germania, Olanda, Belgio, Francia, Polonia, furono approntati studi che prevedevano una organizzazione così articolata:
- centri avanzati a contatto con la frontiera
- centri mediani sulla linea Torino Milano Verona Treviso
- centri arretrati sulla linea Piacenza- Forlì per lo smistamento degli internati diretti nell’Italia centrale e Meridionale.
Nei centri mediani ed arretrati si inserì anche l’organizzazione militare incaricata del trattamento amministrativo e matricolare dei reduci militari ed in Milano venne costituito un Centro Alloggio totalmente militare.
A rinforzo di questo, l’Ufficio Autonomo attivò centri alloggio a Firenze, Arezzo, Roma, e posti di transito e sosta a Civitavecchia, Messina, cagliari, e Trapani.
martedì 30 novembre 2021
Sito dell'Istituo del Nastro Azzurro
Il Sito dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor MIlitare è:
mercoledì 10 novembre 2021
Stefano Mangiavacchi. Iniziativa Storia in Laboratorio- MIlite Ignoto
COMUNICATO STAMPA
DEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO
Decorato di Medaglia d'Argento al Merito Civile -Socio Benemerito dell'Istituto
Nel giorno dedicato all’Unità d’Italia e alle Forze Armate, che quest’anno ha assunto un particolare significato visto il centenario della deposizione della salma del Milite Ignoto, l’assessore all’istruzione Stefania Franceschini ha consegnato, per conto dell’Istituto del Nastro Azzurro, una copia del periodico celebrativa dell’evento alle scuole castiglionesi. In particolare, seguendo anche il piano di studi, l’omaggio è stato dato ad ogni terza classe della scuola secondaria di I grado mentre gli studenti del Liceo Scientifico hanno visionato il video edito dall’Istituto Luce sul Milite Ignoto.
“Abbiamo aderito molto volentieri all’iniziativa dell’Istituto Nastro Azzurro che ha messo a disposizione delle nostre scuole questo prezioso materiale che aiuterà i nostri giovani a conoscere alcuni momenti fondamentali della nostra storia. Il treno storico, ripercorrendo il viaggio della traslazione della salma del Milite Ignoto, è transitato anche dalla stazione di Castiglion Fiorentino dove erano presenti tanti castiglionesi, oltre che l’amministrazione comunale, richiamando in tutti noi il ricordo dell'immane sacrificio degli italiani nei conflitti che hanno attraversato la storia europea del '900” dichiara l’assessore all’Istruzione Stefania Franceschini.
venerdì 5 novembre 2021
INFOCESVAM NOVEMBRE 2021
INFOCESVAM
BOLLETINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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ANNO VIII, 11, N. 11, 1 Novembre 2021
VIII/11/450- La
decodificazione di questi numeri è la seguente VIII anno di edizione, 11 il
numero progressivo di Infocesvam, 450 il numero della comunicazione dal numero
1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione
“erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto
del Nastro Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente
riguardante lo stesso argomento
VIII/11/451 Si è tenuto
il 22-23 ottobre 2021 ad Arezzo il XXXI Congresso Nazionale dell’Istituto del
mastro Azzurro. Sono state rinnovate le Cariche Sociali. Il Presidente uscente
Gen Carlo Maria Magnani è stato rieletto. Il Consiglio Nazionale sarà composto
dalla lista presentata dal presidente.
VIII/11/452 Il 16 ottobre
2021 si è tenuto a Roma il Congresso dedicato al Milite Ignoto presso la Sede
Nazionale. Sono Intervenuti in presenza o a distanza 26 Relatori. Gli atti
saranno pubblicati nel 2022 nella Rivista Quaderni
VIII/11/453 Il Direttore
del CESVAM ha tenuto ad Ascoli Piceno, su Invito dell’Ufficio Regionale delle
Marche, una conferenza agli studenti delle scuole della Provincia, sia in
presenza che da remoto, sul significato della ricorrenza del Milite Ignoto
VIII/11/454 Prefettura di
Arezzo 23 Ottobre 2021. In occasione del XXXI Congresso Nazionale il Direttore
del CESVAM ha tenuto alla presenza del Prefetto di Arezzo e di altre autorità
militari e Civili un intervento dedicato alla ricorrenza del centenario della
traslazione del Milite Ignoto.
VIII/11/455 Il Direttore
del CESVAM ha presentato al XXXI Congresso dell’Istituto una relazione
dettagliata sulla attività del CESVAM dal 209 ad oggi. Sulla base
dell’INFOCESVAM n.9 del 2021 pubblicato il 1 settembre 2021
VIII/11/456 La Campagna
di divulgazione ed informazione, che iniziata il 1 agosto è in pieno svolgimento.
Nel mese di ottobre sono stati organizzati tre invii; dedicati alla Rivista
QUADERNI N. 2 DEL 2021, N SPECIALE DEDICATO ALLE Scuole, Volume dedicato alla
Prigionia
VIII/11/457 Il Direttore
del CESVAM ha tenuto ad Ancona, su Invito dell’Ufficio Regionale delle Marche,
una conferenza agli studenti delle scuole della Provincia, sia in presenza che
da remoto, sul significato della ricorrenza del Milite Ignoto
VIII/11/458 Il CEESVAM ha
inviato al Presidente Nazionale la relazione relativa ai progetti del 2020 e lo
stato dello sviluppo, per il successivo inoltro al Ministero della Difesa
VIII/11/459 Università
degli Studi UNICUSANO Telematica Roma. E’ in pieno svolgimento la I Edizione
del master di 1° Livello in Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale. Alla
data odierna sono stati completati i Moduli 1, 4, 5, 11, 8, 9, 10.
VIII/11/460 VIII/10/438 E’
stato predisposto il manoscritto n. 4 del Volume III “Vicende dei Militari
Italiani in Russia, nell’ambito del Progetto 2020 dedicato alla Campagna di
Russia
VIII/11/461 La Rivista
QUADERNI, in edizione a colori per le Scuole di ogni ordine e grado in base
alla iniziativa Storia in Laboratorio/Milite Ignoto, stampata in 3000 Copie è
stata distribuita alle scuole che ne hanno fatto richiesta nel numero delle
copie desiderate. Si attende per la fine di questo mese i resoconti degli
studenti coinvolti
VIII/11/462 Il Direttore
del CESVAM in data 19 ottobre 2021 ha presenziato a Padova alla consegna del
Diploma Araldico al Comandante delle Forze Operativa Nord nell’ambito di una
cerimonia tenutesi presso la Caserma MOVM O. Salomone.
VIII/11/463 Save The
Date. Il 19 novembre 2021 presso la Sala Maggiore della Presidenza
dell’Istituto del Nastro Azzurro sarà illustrato il Volume V della Serie della
Prigionia della Grande Guerra dedicato a Padre Minozzi. Ne Parleranno oltre al
Direttore del CESVAM, l’Ammiraglio Cesare Cicca e Chiara Mastrantonio.
VIII/11/464 VIII/10/434 Il
Blog www.valoremilitare.blogspot.com per
il mese di ottobre2021 ha avuto un numero di accessi mensile pari a 1866
accessi, con un totale di accessi dalla sua apertura di 87660 unità,
VIII/11/465 Note sulla
situazione in Italia sono presenti in www.atlanteitalia.blogspot.com,
collegato agli altri blog geografi, parte integrante dell’offerta formativa
esterna del Master in Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale, edizione II
(www.unicusano.ut/master)
VIII/11/466 L’Emeroteca
del CESVAM ha acquisto altre tre titoli di Riviste. In particolare due dedicate
ai Corpi Speciali dell Forze Armate Italiane e delle Forze Armate Europee.
VIII/11/467 Sono stati
pubblicati sul Sito del Nastro Azzurro/CESVAM e sulla Piattaforma www.cesvam.org gli Indici del mese di
ottobre della Rivista QUADERNI ON LINE
VIII/11/468. Ha segnato
il passo la edizione dei CESVAM Papers. Al momento sono disponibili dei 12
programmati e pianificati solo due numero uno dedicato alla Prigionia nella
URSS ed al Ruolo strategico delle Ferrovie nelle due guerre mondiali
VIII/11/469 Il blog www.atlantegeostrategico.blogspot.com
dal mese di novembre avrà una gravitazione ulteriore, ed i blog collegati,
ulteriore verso argomenti a sostegno delle tematiche del Master Terrorismo ed
antiterrorismo internazionale
VIII/11/471. Il sito
dell’istituto, www.istitutodelnastroazzurro.blogspot,com,
nei suoi banner è aggiornato alla data del 30 ottobre, mentre è stato
predisposto il palinsesto fino alla data del 30 novembre 2021. Il comparto
CESVAM è aggiornato alla data del 30 ottobre, con la cadenza di pubblicazione
ogni tre giorni, ed il palinsesto è stato predisposto fino alla data del 30
novembre 2021.
VIII/11/472 La Biblioteca di Ateneo della Università
degli Studi N. Cusano Telematica Roma ha ricevuto in dono dal CESVAM i volumi
editi della Collana I Libri del Nastro Azzurro.
VIII/11/473 I risultati
alla data odierna di riscontro della Campagna di Informazione e Divulgazione
sulla base delle risposte ricevute sono estremamente deludenti. La campagna
prosegue nella convinzione che le tematiche proposte esulano dagli interessi
immediati e dal livello di approccio culturale dei riceventi ma in ogni caso è
una testimonianza delle attività del CESVAM
VIII/11/474 E’ stata
coniata dall’Istituto del Nastro Azzurro una medaglia, nel solco della
tradizione dell’Istituto dedicata al Centenario del Milite Ignoto
VIII/10/475 Prossimo
INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 novembre 2021. I precedenti numero di
Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org
e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM
domenica 31 ottobre 2021
Rivista QUADERNI N. 2 del 2021 - Aprile - giugno 2021
Nota redazionale
Come noto, questa rivista, espressione del sostegno ai master di primo livello attivati, per l’area forze armate, presso la Università degli Studi N. Cusano Telematica Roma, sui temi di storia militare e politica militare, è articolata, conseguentemente, su due versanti, il primo dedicato alla storia ed il secondo dedicato alla geografia, e, per estensione alla geografia politica economica e quindi alla geopolitica.
Questo numero, per la parte di storia, ospita contributi relativi alla data centenaria della traslazione del Milite Ignoto, sulla scia dei contributi pubblicati nei numeri precedenti. Da sottolineare la pubblicazione integrale del Calendario Azzurro del 2021 dedicato al Milite Ignoto, sintesi felice ed eccellente predisposta da Antonio Daniele. Seguono gli articoli di tre laureati al Master di Storia Militare, uno, di Augusto Angelini (epoca napoleonica) sulla ricostruzione della battaglia di Salamanca, l’altro di Sotorios E. Drokalos (seconda guerra mondiale) che ci dà la versione greca della nostra aggressione al suo paese nel 1940. Infine il terzo contributo di Romano Olevano dedicato ad un tema, il soldati del primo tricolore che la copertina del numero passato aveva preannunciato come tema di trattazione.
Per la parte geografica l’articolo Valentina Trogu che tratta del rapporto tra la sociologia e scienze strategiche, è rinviato al numero 4 del 2021 per ragioni di spazio, mentre in geopolitica delle prossime sfide si tratta dell’impatto del Governo Draghi nei rapporti internazionali dell’Italia. In Scenari una breve scheda della influenza che ancora oggi hanno i principi e dogmi dell’Impero romano e della sua eredità.
Nelle rubriche, quelle relative al CESVAM si riportano alcune peculiari attività del Centro, con la pubblicazione dei Bandi relativi alle due nuove iniziative, ovvero l’attivazione del Master dedicato al Terrorismo e all’Antiterrorismo Internazionale, e al Corso di Aggiornamento e Specializzazione sempre sullo stesso argomento riservato anche ai diplomati, mentre gli Indici della rivista QUADERNI ON LINE si riferiscono al I trimestre del 2021 Ulteriori notizie sulla attività del CESVA sono possibili trovarle sulla home page della piattaforma www.cesvam.org alla rubrica “Eventi” ed alla rubrica “Notizia CESVAM”, La rubrica di chiusura riporta la iconografia della Brigata “Caltanisetta”, della prima guerra mondiale, come tradizione di questa rivista.
Da ultimo, l’editoriale del Presidente Nazionale ed il Post editoriale del Direttore del Periodico anche per questo numero sono intonati al tema della celebrazione del Milite Ignoto, nel solco delle scelte sopra dette, e dei contenuti evidenziati nella pubblicazione consorella.
(massimo coltrinari)
Il prossimo numero 3 del 2021, 20° della Serie, sarà dedicato, come continuazione del n. 3 del 2019, 16° della Serie, al CESVAM Report. Settembre 2019- Agosto 2021 ove si illustreranno le attività e le realizzazioni dell’ultimo biennio. (massimo Coltrinari)
In I di Copertina: Il Milite Ignoto Cerimonia del 4 Novembre 1921 all’Altare della Patria.
mercoledì 20 ottobre 2021
save the date. Presentazione del Volume V dedicato a padre Minozzi
Il giorno 19 novembre 201 alle ore 17.00 presso la Sala Maggiore della Presidenza dell'Istituto del Nastro Azzurro sarà illustrato il volume dedicato a Padre Minozzi e la sua azione durante la guerra e nel primo dopoguerra prima a favore dei soldati combattenti e poi ai loro orfani
Ne Parleranno Il Direttore del CESVAM; Massimo Coltrinari, l'Ammiraglio Cesare Cicca e Chiara Mastrantonio
L'incontro si avrà nel rispetto delle attuali norme anticovid
domenica 10 ottobre 2021
giovedì 30 settembre 2021
Stralcio Diario di Prigonia a Celle, Germania
i11 marzo [1918]. Dopo
una lunga interruzione riprendo le mie memorie. Io non so spiegarmi questa mia
apatia in qualunque cosa. Salvo le due ore che io studio tedesco con un mio
amico, passo la giornata in un ozio tale che mi fa sempre pensare ai giorni felici
e mi rende più impossibile la vita che passo in prigionia. Del resto tutti
passano il tempo in ozio, seguendo il consiglio degli ufficiali medici che
dicono che è nocivo alla salute studiare e non mangiare. Ed è vero: io provo
una tale depressione e debolezza dopo qualche ora d’applicazione. Il nostro
mangiare diventa peggiore di giorno in giorno e non si sa come si andrà a
finire con tale trattamento. Dei giorni ci danno acqua calda assoluta, altre
volte qualche granello d’orzo: gli altri almeno ricevono numerosi pacchi dalla
famiglia: io invece debbo contentarmi della poca brodaglia che questi infami
tedeschi ci danno. E tutto ciò perché i miei genitori non mi mandano le cibarie
richieste. In questi giorni, cioè dal 22 febbraio all’11 marzo sono morti altri
4 aspiranti e cinque soldati: tutti di polmonite, dicono i medici tedeschi, e
perché non in seguito alla denutrizione? Intanto il locale ospedale si va
popolando, e la tubercolosi va facendo strage.
Questa pagina di diario proviene dal taccuino di un
ufficiale dell’esercito italiano detenuto nel campo tedesco di prigionia di
Celle, nei pressi di Hannover, durante la prima guerra mondiale. Si tratta di
un diario anonimo conservato presso l’archivio dell’Istituto Storico della
Resistenza e della Società Contemporanea di Livorno, scritto da un ufficiale
che cadde prigioniero delle truppe tedesche durante la disfatta di Caporetto.
Fu deportato prima al campo di Rastatt e poi a Celle-lager. Il 24 gennaio 1918,
dopo circa tre mesi di prigionia decise di iniziare a scrivere “quotidianamente
e coscientemente” le sue memorie. Le sue pagine di diario, sebbene scarne di
informazioni anagrafiche, permettono di tratteggiare alcuni dei caratteri della
sua personalità e della sua indole. Era un ufficiale del primo reggimento dei
granatieri, un corpo scelto per il quale erano richiesti particolari requisiti
di prestanza fisica.
CelklePrima di cadere prigioniero aveva combattuto la guerra
di trincea a capo di ventisette uomini e aveva comandato una sezione di “pistole
mitragliatrici”. Dei suoi soldati scrive: avevo 27 uomini, tutti veterani della
guerra, e ai quali la patria deve serbare eterna gratitudine per il contegno
eroico da essi sempre dimostrato. Dai suoi scritti trapelano patriottismo,
convinzione e una radicata adesione alla causa bellica. Era un uomo istruito,
colto che durante la detenzione in Germania si dedicò allo studio del tedesco
probabilmente per comprendere meglio la realtà che lo circondava;
quotidianamente leggeva i giornali che arrivavano nel campo, commentando nel
suo taccuino gli avvenimenti bellici.
Frequentava assiduamente le attività culturali che venivano
organizzate nel campo. Infatti, per reagire a quella che è stata definita la
“malattia del reticolato”, ovvero la forte apatia e l’abbattimento provocati
dalla reclusione e dalla malnutrizione, gli ufficiali prigionieri unirono
competenze e conoscenze e organizzarono corsi, conferenze, dibattiti e, ancora,
realizzarono rappresentazioni teatrali, concerti e tornei. Attività con le
quali cercavano di resistere alla monotonia dei giorni e all’abbrutimento della
reclusione ritrovando la propria identità. Un episodio in particolare permette
di rivolgere lo sguardo anche nella sfera intima, negli affetti della vita da
civile dell’autore del diario. Nei primi giorni di aprile del 1918, racconta di
aver fatto cadere nella fogna il portafoglio nel quale conservava preziosi
ricordi: un’immagine di una madonnina miracolosa, la foto di una ragazza amata,
il tesserino universitario e una sua foto di quando aveva sedici anni. Piccoli
frammenti che raccontano una vita tra studio e amori giovanili.
il-campo-di-celle-fotoIl tema ricorrente in ogni pagina del
diario è il problema della scarsa alimentazione; l’ufficiale dei granatieri si
nutrì per circa un anno essenzialmente con pane e zuppe di carote e patate.
Quotidianamente riporta annotazioni sulla carenza di cibo e ancor più sulla
mancanza di aiuti dall’esterno. Il fondamentale studio di Giovanna Procacci sui
prigionieri italiani della prima guerra mondiale ha dimostrato come
l’esperienza della prigionia in Germania per i militari italiani sia stata
particolarmente dura. Secondo gli accordi internazionali ratificati con la
convenzione dell’Aja, il governo dello stato che catturava i prigionieri doveva
garantire a costoro vitto, alloggio, vestiario in quantità e qualità non
inferiore a quanto veniva consegnato alle truppe. In realtà gli stati
belligeranti si trovarono del tutto impreparati a rispettare il regolamento che
rimase generalmente disatteso; in particolare la Germania dichiarò di non poter
rispettare le convenzioni in seguito al blocco economico imposto dagli stati
dell’Intesa. Di fronte a questa situazione, Francia, Gran Bretagna, e in
seguito gli Stati Uniti iniziarono a spedire aiuti collettivi, come viveri,
vestiario e medicinali, a spese dello Stato ai propri militari prigionieri. Al
contrario il governo italiano decise di non mettere in atto alcun provvedimento
di pubblico soccorso: non inviò alcun aiuto statale e semplicemente non proibì
alle singole famiglie l’invio di pacchi privati.
In un secondo momento, per le pressioni internazionali il
governo decise di inviare aiuti collettivi organizzati dalla Croce Rossa ma
solo agli ufficiali e dietro il pagamento di denaro da parte dei familiari. Un
passaggio del diario parla chiaramente di questo problema: Oggi è venuta la
Commissione governativa: il nostro generale [Pisani], comandante del campo, ha
parlato con il generale tedesco. Si sono intrattenuti sul trattamento di noi
ufficiali prigionieri e dietro le lagnanze del nostro comando ha risposto: –
Rivolgetevi al vostro governo e fate sì che egli faccia quello che fa il
governo Inglese e Francese: noi non possiamo far di più.- In altre parole
voleva dire: se morite di fame non è colpa del nostro governo ma del governo
italiano. Per l’ufficiale anonimo la prigionia fu particolarmente difficile
perché, per un motivo ignoto, non ricevette mai pacchi di generi alimentari
dalla famiglia. Il suo diario-documento è quindi emblematico delle vessazioni subite
dai prigionieri italiani, probabilmente anche per una retorica che li vedeva
come i perdenti di Caporetto.
domenica 19 settembre 2021
Musica nei Campi di Concentramento della Prima Guerra Mondiale
Il Campo di Boldogassoni/ Frauenkirken presenta una foto, con l’orchestra del campo seduta lungo il muro di una baracca in Muraturra
venerdì 10 settembre 2021
Prigionia austriaca in Italia. Casale in Altamura
CAMPO DI CONCENTRAMENTO DEI PRIGIONIERI AUSTRO-UNGARICI E TEDESCHI IN CASALE DI ALTAMURA DURANTE LA GRANDE GUERRA
di RAFFAELLA BONGERMINO
Chi può narrare i simpatici episodi che in tali circostanze avvenivano dappertutto? Qui erano signori che abbracciavano i baldi soldati accorrenti all’invito della Patria; là erano dame che offrivano pacchetti di sigari, scatole di confetti e cioccolatini, mazzi di fiori; le madri baciavano commosse i loro figli e li esortavano ad essere forti; i vecchi incoraggiavano i giovani a fare il loro dovere per la grandezza d’Italia; i bambini offrivano bandierine tricolori, i sacerdoti figure di santi e medaglie benedette. Quando i treni partivano, ornati di festoni di quercia e di alloro, scoppiavano battimani, s’inneggiava alla guerra, si mandavano baci e benedizioni a quei prodi. Dopo le folle entusiaste rientravano in città e facevano altre dimostrazioni1 . E’ quanto riferisce Saverio La Sorsa a pochi anni dalla fine della Grande Guerra nel suo volume edito nel 1928. La gioia pervase l’intera Nazione ed anche le città pugliesi avvertirono fremiti irresistibili di amor patrio, convinte ormai della necessità della guerra e della bellezza del sacrificio a salvare le terre irredente che ancora subivano la dominazione straniera. La conferenza che destò maggiore entusiasmo e lasciò un ricordo più memorabile, fu quella che il 12 febbraio nel teatro Piccinni, gremitissimo di cittadini di ogni classe, tenne Cesare Battisti, deputato al Parlamento di Trento, il quale, diceva il “Corriere delle Puglie”,” ha l’anima tutta piena d’ardore patriottico e lo spirito dedicato al culto profondo del sentimento d’italianità. …Altra conferenza, fremente di patriottismo, tenne il Gran Martire il giorno seguente a Corato dinanzi ad un’immensa folla, trascinata a deliranti applausi dalla sua parola fascinatrice
Le diatribe che sorgevano tra sostenitori interventisti e pacifisti continuarono vivacissime fino all’entrata in guerra dell’Italia. Gli opposti orientamenti si placarono, anche se rimasero latenti negli animi, comparendo con la sconfitta di Caporetto. E’ interessante la lettura di un telegramma del Questore al Prefetto di Bari con cui si conferma per il successivo 21 febbraio lo svolgimento in Bari, di due conferenze, che si svolgeranno una, a cura del deputato Guido Marangoni sul tema “Contro la guerra e la fame”, alle ore 11 presso la Sala Italia in Corso Cavour e la seconda, alla stessa ora, nel teatro Piccinni, a cura del pubblicista Tommaso Monicelli, che sosterrà la necessità dell’intervento dell’Italia nel conflitto. Il Questore, precisa che la conferenza del Monicelli sarà privata e si potrà accedere nel teatro solo con biglietti invito .
La Sorsa pubblica anche nel suo volume i giudizi delle autorità militari inneggianti al valore dei soldati pugliesi nelle vicende belliche, fornitigli a pochi anni di distanza dalla fine della Grande Guerra da articoli di giornali dell’epoca o dalla viva voce dei comandanti. Merita menzione Pietro Badoglio, Capo di Stato maggiore per il 139° Fanteria Brigata Bari; Paolo Thaon di Revel, Grande Ammiraglio per le Brigate dell’Apulia Fidelis; Giuseppe Vaccari, Comandante della gloriosa Brigata Barletta4 . I Bollettini del Comando Supremo nell’esaltare la tenacia dei soldati pugliesi li descrivono incrollabili nella difesa, irruenti nell’attacco. Sono stati questi valori a caratterizzarli e a permettere loro di catturare migliaia di prigionieri austro-ungarici e tedeschi nelle battaglie più drammatiche e cruenti della Grande Guerra. Se la Battaglia di Caporetto portò l’Italia allo sbando, la disfatta non è da attribuire alla fellonia del soldato italiano verso la propria Patria. Le cause della sconfitta disastrosa, la più grave nella storia dell’esercito italiano vanno ricercate nel fallimento della logistica di guerra che non è il tema della mia relazione. Ma è importante nominare i ragazzi del ’99, meravigliosi combattenti che ridiedero dignità, decoro e valore al soldato italiano. Fino agli anni ’80 del secolo scorso, la storiografia aveva prestato attenzione in particolare agli aspetti diplomatici e militari inerenti alla Grande Guerra, trascurando la rappresentazione epica e drammatica degli eventi bellici. In seguito gli storici hanno acquisito informazioni e documentazioni sul ruolo delle donne, sull’economia di guerra, sui profughi e sui prigionieri. La Convenzione dell’Aia che svolse i lavori tra il giugno e l’ottobre del 1907 volle modificare alcune parti dell’originale Convenzione dell’Aia del 1899 e aggiungerne altre. Fu firmata il 18 ottobre 1907 ed entrò in vigore il 26 gennaio 1910. Sanciva la rinuncia dell’uso dei proiettili esplosivi, quella di lanciare bombe dai palloni aerostatici e l’uso delle armi chimiche. Tutte queste norme umanitarie non furono osservate nel conflitto mondiale da nessuna nazione. La Convenzione fu firmata prima che iniziasse la Grande Guerra e stabilisce sussistenza e rispetto verso i prigionieri. L’Italia purtroppo disattende le regole perché al loro rientro gli ex prigionieri italiani dei tedeschi ed austro-ungarici subiscono l’umiliazione di un nuovo internamento nella propria terra, come si attesta in Puglia ed in Emilia. La fame che avevano patito nei campi nemici è la stessa che patiscono in Patria diventando preda di malattie e di morte. Molti di loro sono stati considerati dispersi dopo un fatto d’armi o considerati probabilmente morti nel tal fatto d’armi. Invece è da considerare anche l’ipotesi che siano stati fatti prigionieri, poi rilasciati e rientrati in Patria dopo l’Armistizio e del loro decesso non sia stata informata la famiglia
5 . 5 F. MONTELLA, 1918 prigionieri italiani in Emilia, Edizioni Il Fiorino, Modena 2008.
martedì 31 agosto 2021
LInenamenti Volume 1° Prigionia
Ringraziamenti
Questo volume, apre la serie
delle realizzazioni dei Progetti proposti dedicati alla prigionia di guerra
grazie alla attività del CESVAM – Centro Studi del Valor Militare attivo in
seno all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor
Militare. Il CESVAM, nel quadro della proposta, e realizzazione dei progetti
omonimi presentati ed accettati dal Ministero della Difesa, ha dato vita ad una
attività a cui hanno partecipato varie persone che hanno contribuito, ognuno
assolvendo il proprio compito, alla realizzazione dei progetti citati. Per
questo volume si vogliono quindi ringraziare:
Carlo
Maria Magnani, generale, Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro fra
Combattenti decorati al Valor Militare;
Carmine
Aulicicco, colonnello
Francesco
Maria Atanasio, Consigliere Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro
Domenico
Baldassarre, Presidente della Federazione di Torino dell’Istituto del Nastro
Azzurro
Alessia
Biasiolo, membro del Collegio degli scrittori della Rivista “Quaderni”
Roberta
Bottoni, dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare
Gianluca
Bonci, tenente colonnello
Osvaldo
Biribicchi, colonnello, membro del Collegio dei Redattori della Rivista
“Quaderni”
Stefano
Bernini, Presidente della Federazione Provinciale di Pistoia dell’Istituto del
Nastro Azzurro
Antonio
Cuozzo, generale
Chiara
Carandente, Istituto Nastro Azzurro
Gianluca
Coltrinari, ingegnere
Giorgio
Clemente, tenente colonnello
Giovanni
Cecini, storico, membro del Collegio dei Redattori della Rivista “Quaderni”
Antonio
Daniele, generale, Direttore del Periodico” Il Nastro Azzurro”.
Mario
Di Spirito, generale
Antonella
Fiorio, Istituto A. Gramsci Bari
Valentina
Lepore, dottoressa
Anna
Maria Menotti, membro del CESVAM
Goffredo
Mencagli, generale dei Carabinieri Luigi Marsibilio, generale, membro del
Collegio dei Redattori della Rivista “Quaderni”
Paolo
Ridolfi, segretario della Federazione di Torino dell’Istituto del Nastro
Azzurro
Mario
Rino Me, ammiraglio
Stefano
Mangiavacchi, Presidente della Federazione di Arezzo e Siena dell’Istituto del
Nastro Azzurro
Matteo
Paolucci, Università N. Cusano Telematica Roma
Alessio
Pecce, collaboratore del CESVAM
Mario
Pereira, Vice Presidente della Federazione di Pistoia dell’Istituto del Nastro
Azzurro
Giuseppe Pica, Vice Presidente
dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare
Edon
Qesari, Universi teti Mesdhetar i Shqiperise Tirana Albania
Federico
Salvati, ricercatore CESVAM
Massimo
Squillaci, collaboratore del CESVAM
Antonio
Trogu, generale
Pericle
Tiscione, tenente colonnello
Alberto
Vido, Consigliere Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro
Paola
Tomasini, infine, merita un ringraziamento speciale per la dedizione e passione
che hanno profuso nella revisione del testo.
venerdì 20 agosto 2021
martedì 10 agosto 2021
LIneamenti, Volume I° della Prigionia.
Riportiamo la Prefazione del volume 1° della Serie Prigonia.
Lo studio della
prigionia e dell’internamento come mezzo per diminuire la violenza, la violenza
bellica e rafforzare la pace e la
sicurezza, ovvero individuare la
struttura e articolazioni della
prigionia e l’internamento è un concetto che si è affermato nell’ambito della
attività della Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia a partire dal convegno di Caserta nel 1995,
che poi ha avuto sviluppo per i due anni successivi, fino a quando altri si
sono inseriti in questo filone di ricerca e praticamente non si sono avuti
ulteriori sviluppi per questo versante di studi.
Il CESVAM,
Centro Studi sul Valor Militare, ha ripreso questi studi ed ha messo nei suoi
lineamenti l’obbiettivo riportare la storia e le conseguenze della prigionia e
dell’internamento al fine di preservarne la memoria e dare, alle future
generazioni, un riferimento reale di quanto è costato, mettendo come minimo
comune multiplo il valore militare, che in moltissimi casi non è riconosciuto.
Gli scenari sia
europei che mondiali, dal 1989, con la caduta del muro di Berlino, hanno
innescato dinamiche che hanno portato il nostro Paese al centro di tensioni e conflitti
sia di medio che di alto spessore. L’Italia con le sue Forze Armate ha svolto
un ruolo non secondario nelle operazioni di “peace keeping” e “peace
renfourcement” (Libano, Mozzambico, Somalia, Albania, Bosnia, Kossovo); dopo
l’11 settembre 2001, anche in operazioni di medio-alta conflittualità in
Afganistan e in Irak. Lo scopo di queste missioni è quello di abbassare il
livello della violenza bellica, cercando di proteggere ed aiutare quello che,
la storia lo insegna, sono le prime vittime, cioè i non combattenti, i
cosidetti “civili”, che vedono la loro sicurezza, materiale e morale, messa in
pericolo. Questi interventi, quindi, costituiscono contributi essenziali al
ripristino della sicurezza e al rafforzamento della pace tra comunità, etnie e
stati. Questa azione, per essere efficaci, deve avere continui contributi,
adattamenti, studi, al fine di affrontare situazioni conflittuali sempre più
articolate e complesse. Se non si riesce a fare questo, si partecipa in in
conflitto con mezzi (intesi come concezioni, dottrina, regole di ingaggio,
intelligence, e conoscenza di amici, fiancheggiatori avversari e nemici) inadeguati. E dato che
non si può sbagliare in questa materia, le conseguenze sono pesanti. Come la
strage di Nassyrya del 2011 stà a dimostrare.
Uno dei mezzi
per avere strumenti adeguati in operazioni in Area e Fuori Area è quello di
conoscere le dinamiche della violenza, sia essa bellica o di altra natura.
Nelle parti in conflitto, la spirale della violenza spesso conduce a reazioni e
ritorzioni, spesso volute da chi compie un atto violente, che si traduce in
rappresaglie, restrizioni, limitazioni di movimento per arrivare alla
privazione della libertà in individue cosiddetti o considerati “sospetti”,
ovvero alla attuazione della prigionia militare e dell’internamento. Con questo
approccio si apre il tema, che si credeva fino al 1989 relegato solo alla
Storia, dell’internamento e della prigionia come protagonisti dei conflitti.
Due esempi: nel conflitto tra serbi croati e bosniaci nel 1991 si sono aperti,
con scientificità, i campi di concentramento, in cui si avviavano e si
detenevano i “sospetti”, con il solito corollario di violenze individuali,
crudeltà ed efferatezze; nel conflitto in Irak e in Afganistan, vi era il
“bubbone” dei Talebani detenuti a Guantanamo Bey, sospettati di essere
terroristi. Anche qui detenzione e trattamento che è tutto da verificare. In
entrambi i conflitti l’Italia è intervenuta con le sue Forze Armate per
“operazioni di pace”. E’ chiaro che l’Italia non è coinvolta direttamente in
questi fenomeni, ma è anche chiaro che non vi è a monte alcuna conoscenza
approfondita su come affrontare con linearità e chiarezza tali fenomeni. Non si
vorrebbe che, in un futuro più o meno lontano i nostri soldati impegnati a riportare
la sicurezza e la pace, fossero invischiati in storie di “detenzione di
sospetti” ed altro, con il rischio di essere accusati di crimini e di essere
dalla parte del carnefice. Avvisaglie di questi pericoli, che vanno contro
tutte le buone volontà, si sono avuti nella operazione in Somalia.
Occorre quindi
uno studio a vasto raggio che permetta di affrontare queste operazioni, questi
impegni con mezzi giuridici moderni, con una culture tale che permetta di
evitare errori, e scivoloni, che permetta di esercitare la violenza, in quando
non si può fare a meno in circostanze come quelle dell’impiego in un conflitto,
nell’ambito non solo della legge nazionale e internazionale, ma anche nei
canoni della legge della coscienza e delle genti. E questo non è facile. Una
problematica questa che è passata completamente in secondo piano dopo l’”anno
terribilis” segnato dalla pandemia mondiale del Covid-19, ma che è sempre
presente.
In questo quadro
lo studio della prigionia, che è un fenomeno direttamente conseguente ad ogni
conflitto, di qualsiasi natura, e dell’internamento, anche esso collegato,
riferito a popolazioni civili, può aiutare a svolgere le missioni di pace
nell’ambito della norma e contribuire al loro successo.
Il CESVAM
intraprende con questo progetto affrontare il tema del combattente disarmato,
ovvero della prigionia e dell’internamento. Ovvero, attraverso lo studio del
passato, comprendere come prigionia ed internamento debbono essere esercitati e
come attraverso essi si possa abbassare la violenza, bellica e non, in tutte le sue forme..
Noi crediamo che
in questo momento difficile per tutto il mondo, segnato dalla pandemia, il
miglior modo di rendere omaggio a chi, nelle varie missioni dipace, ha dato la
vita per la pace e la sicurezza di altri popoli, sia quello che contribuire a
capire e a cercare di limitare o attenuare i fenomeni di violenza annessi a
conflitti, nel ricordo di chi prima di noi subì privazioni, umiliazioni,
sofferenze dietro un reticolato, in nome di una idea, di un valore, di un
domani migliore.
Il
Collegio dei Redattori
Rivista QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO
sabato 31 luglio 2021
Giorgio Madeddu. Cartoline del soldato Cresci Attilio prigioniero di guerra presso il campo di prigionia di Feldbach
Post n. 3
23.07.18
Mio adorato consorte!
Sono priva di tue notizie da
molto tempo, sto in pensiero per te, so che sei malato, se è possibile vorrei
sapere quello che fai. Ti dico che la mia salute è ottima e anche i bambini
stanno bene, il piccino poiché è tanto bello, parla che sembra che abbia un
anno, ha spuntato un dente e cammina per una manina, se tu la vedessi come è
carino che è il divertimento di tutti.
Ti dico che tutti stiamo bene
e come vado sperando che anche tu vada migliorando. Attilio mio, non hai
ricevuto niente da me che ti ho spedito tanta roba buona? Dalla Croce Rossa lo
ricevi il pane?
Gli interessi vanno al solito,
stai contento, fatti coraggio, ti bacio insieme ai piccini e tutti.
Sono la tua sposa Emma.
Siamo al 23 luglio 1918, Emma è
priva di notizie da parecchio tempo, la malattia del marito la preoccupa ed è
desiderosa di aver sue notizie. Come nelle precedenti cartoline Emma
tranquillizza il marito, in casa stanno tutti bene e non manca di dare notizie
del bambino a cui è spuntato il primo dente e inizia a camminare sostenuto per
una manina.
Emma, come abbiamo avuto
occasione di leggere nelle precedenti cartoline, ha inviato al marito parecchi
pacchi viveri contenenti diversi generi alimentari ma non ha ricevuto alcuna
conferma dell’arrivo dei pacchi a destinazione.
In questa cartolina Emma fa riferimento al pane per i prigionieri
distribuito dalla Croce Rossa, la Croce Rossa, oltre alla assistenza morale e
sanitaria, diede vita ad una straordinaria mobilitazione per il rifornimento ai
prigionieri di guerra di pacchi viveri e razioni di pane, non poche furono nel
Paese le iniziative di raccolta fondi destinate al pane per i prigionieri di
guerra.
Questa è l’ultima cartolina nella
nostra disponibilità, forse è l’ultima inviata da Emma prima che le autorità le
comunicassero la morte del soldato Cresci Attilio avvenuta il 17 maggio 1918
per malattia nel campo di prigionia di Feldbach, come riporta l’Albo d’Oro dei
Caduti della Grande guerra.
Durante la ricerca di notizie sul
soldato Cresci, un sito presente sulla rete, rivela che un soldato di nome
Cresci Attilio, anch’esso figlio di Lorenzo, nato lo stesso giorno e nello stesso
paese del nostro, si troverebbe sepolto nel Sacrario militare di Fagarè nel
comune di San Biagio di Callalta (TV), unica differenza la data di morte, il 1 aprile
1918, avvenuta probabilmente in località Caposile.
Particolare assai curioso. Si è
recuperato il ruolo matricolare dall’Archivio di Stato di Firenze e si è
chiesto al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Onorcaduti) di
avere notizie circa il luogo di effettiva sepoltura del soldato Cresci Attilio.
Certamente non bastano le lodi
per descrive l’opera e il lavoro profusi in questi 100 anni da Onorcaduti, ma
in questa occasione, e ad onore del vero, con celerità e cortesia, è giunto il
diniego alla diffusione di informazioni concernenti il caduto in questione, in quanto tali notizie sono riservate ai
parenti e a pochi altri soggetti istituzionali ma non ai ricercatori.
Probabilmente è necessario un
intervento normativo che consenta, anche ai ricercatori di accedere alle
notizie attinenti le sepolture dei caduti in guerra, sino a quel momento,
probabilmente, il mistero della sepoltura del soldato Cresci Attilio di Lorenzo
proseguirà……….
martedì 20 luglio 2021
sabato 10 luglio 2021
Padre MInozzi. un volume a lui dedicato ed alla sua azione per i soldati e gli orfani di guerra
Il presente volume riporta le ricerche attivate nell’ambito
di due progetti presentati al Ministero della Difesa e da questi accettati
riguardanti la Prigionia nella grande guerra progetti che vogliono sottolineare
il valore del combattente disarmato, di entrambi gli schieramenti, sia quello
italiano sia quello austro-ungarico con la individuazione dei campi di
concentramento per prigionieri in Italia e la geografia dei campi di
concentramento in Austria e, nel prosieguo delle ricerche anche in Germania.
Tutto questo in un quadro di studio ed approfondimento della articolazione
delle modalità relative alla gestione dei prigionieri nel primo conflitto
mondiale per contribuire non solo alla conoscenza di questo aspetto della
Grande Guerra, ma anche di preservarne la memoria e gli insegnamenti che da
questo fenomeno si possono trarre anche oggi. Il cittadino in armi che come
soldato è chiamato, disarmato, a continuare ad essere fedele al giuramento
presto in mano del nemico rappresenta un aspetto veramente degno di nota del
valore militare. Aspetto da sottolineare anche alla luce che, mentre il
combattente quando compie atti di valore è costante il suo riconoscimento anche
tangibile, mentre il combattente disarmato, anche compie atti di abnegazione e
valore, è per lo più non riconosciuto. Il presente volume è inserito nelle
edizioni fuori collana dedicate alla prigionia.
Massimo Squillaci, Socio della Federazione di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro. E’ docente al Master di 1° Liv. in Storia Militare
Contemporanea dal 1796 al 1960 attivato presso la Università degli Studi N.
Cusano Telematica Roma.
mercoledì 30 giugno 2021
Giorgio Madeddu. Cartoline del soldato Cresci Attilio, prigioniero di guerra presso il campo di prigionia di Feldbach.
24.6.1918
Mio adorato consorte,
in attesa di tue notizie vengo
ad inviarti le mie, sono buone come voglio sperare che anche le te vada migliorando.
Anche le bambine stanno bene, il bambino è tanto bello è il divertimento di
tutti, credi Attilio a me piacere di avere un Angelo così tanto buono, non
piange mai comprende tutto quello che noi gli insegniamo e da diversi giorni
che chiama babbo e mamma che è un piacere sentirlo da quanto è carino.
Ma a me molte volte mi cade le
lacrime ripensando che sei tanto lontano. Ma mi fo coraggio e mi trovo
abbastanza tranquilla, farti coraggio anche te! Tutti stiamo bene, saluti e
baci dai piccini e tutti e più da me, sono la tua sposa Emma.
Verticalmente sul lato
sinistro – sposa Emma – verticalmente sul lato destro - gli interessi
mi vanno bene –
La cartolina inviata
dall’Italia, indirizzata al soldato Cresci Attilio presso campo di
concentramento austriaco di Feldbach, riferisce della preoccupazione della
moglie Emma per la mancanza di notizie da parte del marito. Emma era
preoccupata anche perché sapeva che le condizioni di salute di Attilio non
erano buone e pertanto, gli rivolgeva i suoi affettuosi auspici con la speranza
che la malattia di cui il marito era affetto fosse nel frattempo migliorata.
La vita in patria deve
comunque andare avanti, Emma forse per non aggiungere ulteriori preoccupazioni,
scrive al marito che lei e i bambini stanno bene; Emma si sofferma in
particolare sui progressi del neonato, un bel bambino che è la gioia della
famiglia.
Emma, pur non lasciandosi
prendere dallo sconforto, confessa al marito che a volte è presa da momenti di tristezza
mentre lo pensa così lontano, momenti che comunque supera dandosi coraggio,
invitando il marito a fare altrettanto e superare con coraggio le avversità.
Gli spazi della cartolina
purtroppo sono contenuti, Emma vuole in ogni modo assicurare il marito e negli
ultimi spazi residui, lateralmente al corpo della cartolina, sul lato destro,
comunica che “gli interessi mi vanno bene”, evidenziando così un
ulteriore aspetto della vita economica della famiglia.
Segue
domenica 20 giugno 2021
Pubblicazioni. Prigonia di Guerra I Guerra Mondiale
Lettere di prigionieri di guerra italiani, 1915-1918
Libro di Leo Spitzer
Le Lettere di prigionieri di guerra italiani ritraggono il
momento in cui le voci degli umili – da sempre relegate nell’oralità dei
dialetti – si riversarono come un’ondata di piena nell’italiano scritto, spinte
dalle urgenze tragiche della guerra, della fame e della lontananza. ... Google
Books
Autore: Leo Spitzer
Genere: Biografia
Anteprima libro
108/517 pagine disponibili