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domenica 30 maggio 2021

Prigionia I Guerra Mondiale. Germania Cellelager. Diario

 


Foto di Celle lager 1916


i11 marzo [1918]. Dopo una lunga interruzione riprendo le mie memorie. Io non so spiegarmi questa mia apatia in qualunque cosa. Salvo le due ore che io studio tedesco con un mio amico, passo la giornata in un ozio tale che mi fa sempre pensare ai giorni felici e mi rende più impossibile la vita che passo in prigionia. Del resto tutti passano il tempo in ozio, seguendo il consiglio degli ufficiali medici che dicono che è nocivo alla salute studiare e non mangiare. Ed è vero: io provo una tale depressione e debolezza dopo qualche ora d’applicazione. Il nostro mangiare diventa peggiore di giorno in giorno e non si sa come si andrà a finire con tale trattamento. Dei giorni ci danno acqua calda assoluta, altre volte qualche granello d’orzo: gli altri almeno ricevono numerosi pacchi dalla famiglia: io invece debbo contentarmi della poca brodaglia che questi infami tedeschi ci danno. E tutto ciò perché i miei genitori non mi mandano le cibarie richieste. In questi giorni, cioè dal 22 febbraio all’11 marzo sono morti altri 4 aspiranti e cinque soldati: tutti di polmonite, dicono i medici tedeschi, e perché non in seguito alla denutrizione? Intanto il locale ospedale si va popolando, e la tubercolosi va facendo strage.

 

Questa pagina di diario proviene dal taccuino di un ufficiale dell’esercito italiano detenuto nel campo tedesco di prigionia di Celle, nei pressi di Hannover, durante la prima guerra mondiale

(Continua con post in data 10 giugno 2021)

domenica 16 maggio 2021

La politica del Giappone (1941-1945) verso i prigionieri alleati

 


La politica del Giappone verso i prigionieri alleati è un caso emblematico nel quadro della poltica che uno stato adotta verso i soldati nemici caduti in proprio potere. 

 

Il comportamento dei soldati nipponici verso i prigionieri è stato improntato a crudeltà ed assassinio, come dimostrato da innumerevoli eccidi compiuti verso prigionieri di guerra e civili. Si è tentato di giustificare questa politica assassina evidenziando due elementi: la impreparazione del Comando nipponico a ricevere masse così enormi di prigionieri e lo spirito guerriero della razza giapponese portato ad umiliare il vinto che accetta la resa anziché la morte. Queste due interpretazioni non sono accettabili. Il Giappone aveva sottoscritto la Convenzione di Ginevra del 1929 relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, ma poi non aveva ratificato il relativo accordo, pur assicurando all’inizio del 1942 le Potenze Alleate per bocca del ministro degli esteri Togo che avrebbe rispettato tale Convenzione. In ogni caso il Governo di Tokio era pur sempre vincolato ufficialmente alla quarta convenzione dell’Aja del 1907 che regolamentava il diritto di guerra su basi umanitarie. Tuttavia, in contrasto con questa chiara e precisa situazione giuridica, al termine del conflitto in sede di esame della prigionia in mano al Giappone si è contatto che il tasso di mortalità riferito ai prigionieri britannici e statunitensi ed olandesi fu del 27%, contro quello del 4% dei prigionieri anglo-americani rinchiusi nei campi di concentramento nazisti. La politica giapponese nei confronti dei soldati nemici catturati, oltre al disprezzo per chi aveva accettato la resa, era improntata a procurare il massimo delle sofferenze a questi uomini che agli occhi giapponesi non avevano il diritto di vivere. Come esempio di questa politica, intesa deliberatamente ad affamare e a privare di assistenza medica e di ogni altro genere i prigionieri, nel solo campo di Cabanatuan a Luzon su un totale di 6500 prigionieri, 2644 morirono nel primo anno di detenzione.[1]



[1] Toland J., L’eclissi del sol levante 1936-1945, Milano, Mondadori, 1971; Santoni A., Storia generale della Guerra in Asia e nel pacifico (1937 –1945) – Il Giappone all’attacco, Modena, STEM Mucchi, 1977; Russel E.F.L., I Cavalieri del Buschido. Breve rassegna delle atrocità di guerra giapponesi, Milano, Mondatori, 1961

 

 

lunedì 10 maggio 2021

Prigionia in URSS. 1945

 Il Documento rileva come nel marzo del 1945 le aspettative italiane circa i prigionieri in Russia erano che all'indomani della ritirata fossero rimasti in mano sovietiche circa 80.000 soldati italiani. Una spettativa che era ben lontana dalla realtà Di seguito un documento (Archvio Aldo Resta) del Ministero dell'Aeronautica, ancora no n trasformato in Ministero della Difesa.

STRALCIO

 

MINISTERO DELL’AERONAUTICA

FOGLIO D’ORDINI N.9

 

20 marzo 1945


Scambio di notizie con i prigionieri in Russia

 

Speciali cartoline, con l’indirizzo in caratteri cirillici, da distribuire gratuitamente alle famiglie che ne faranno richiesta, sono in corso di preparazione da parte della Croce Rossa Italiana. Tali cartoline che si aggiungono alle simili buste da corrispondenza già in distribuzione, mirano a rendere più facile la spedizione della corrispondenza stessa, in vista dell’annunciato scambio di notizie tra le famiglie e i prigionieri italiani Russia. A quanto si apprende, lo scambio delle notizie avverrà normalmente con l’inoltro della corrispondenza per via postale marittima fino all’Egitto e quindi via Teheran.

Quando se ne presenterà la possibilità, verranno anche inviati plichi speciali di corrispondenza per via aerea.

 

 

Servizio famiglia disperse

 

Il Comitato Internazionale Croce Rossa di Ginevra ha istituito un nuovo servizio chiamato Servizio famiglie disperse, il quale ha per scopo di mettere in comunicazione le famiglie “disperse” in seguito ad avvenimenti di guerra (rifugiati, sfollati, bombardati, esportati, emigrati, ecc.).

 

Per famiglie “disperse” si intendono quelle i cui membri hanno cambiato ciascuno la loro residenza abituale e l’uno non conosce il nuovo indirizzo dell’altro per cui non vi è più alcuna possibilità di comunicazione tra di loro. Si richiama l’attenzione sulla differenza tra “dispersi” e “trasferiti”. Per i “trasferiti” si intendono quelle persone che hanno cambiato il loro domicilio e sono in possesso dell’indirizzo dei loro parenti per cui hanno modo di comunicare o a mezzo servizio postale diretto o a mezzo servizio “messaggi”. Pertanto i “trasferiti” sono esclusi dal servizio famiglie disperse.

 

Il Comitato internazionale Croce Rossa di Ginevra, per questo nuovo servizio, ha fatto distribuire a tutti i Comitati provinciali della Croce Rossa Italiana, una speciale cartolina chiamata “cartolina 10027”. Ogni membro di una famiglia dispersa potrà rivolgersi ai detti Uffici provinciali della Croce Rossa Italiana e riempire una cartolina mod. 10027 con tutti i dati personali della persona richiedente e della persona da rintracciare.

 

Le cartoline riempite vengono inviate periodicamente al Comitato Internazionale Croce Rossa di Ginevra dove verranno incassettale nello speciale schedario già istituito. Se tutti i dispersi cureranno la compilazione delle cartoline, avverrà inevitabilmente che un giorno le cartoline dei vari membri di una famiglia dispersa si incontreranno nello schedario generale di Ginevra e sarà quindi possibile rilevare i vari indirizzi e rimettere in comunicazione tra di loro questi “dispersi”.

 

Il buon successo di questo nuovo servizio dipende dalla collaborazione che sarà data soprattutto dalle persone interessate.

La cartolina 10027 viene distribuita gratuitamente dalla Croce Rossa Italiana.

 

IL MINISTERO

F/to GASPAROTTO

 

STATO MAGGIORE GENERALE

Ufficio affari vari

N° 017891/AV di prov.                                                                                  F.M.8800. il 6 aprile 1945

 

                ALLA SEGRETERIA PARTICOLARE DI S.E.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE                   SEDE

ALL’UFFICIO DI S.E. IL CAPO DI

STATO MAGGIORE GENERALE                                           SEDE

ALL’UFFICIO DEL GENERALE DELEGATO