di
GIORGIO MADEDDU
Dedicate al soldato Cresci
Attilio presenteremmo tre cartoline inviate dalla consorte Emma all’indirizzo
del marito prigioniero di guerra presso il campo di prigionia austriaco di
Feldbach.
Attilio, figlio di Lorenzo,
nasceva nell’aprile del 1883 a Barberino Val d’Elsa. Di professione colono, il
13 luglio del 1916 giungeva al deposito del 6°reggimento bersaglieri per
giungere in territorio dichiarato instato di guerra il 17 successivo.
Nell’ottobre del 1916 il soldato
Cresci veniva destinato al 4°reggimento genio, 66a compagnia
mitraglieri.
Il 29 ottobre 1917 veniva fatto
prigioniero in seguito ai tragici eventi di Caporetto.
Nella cartolina presentata, la
moglie del soldato Cresci narra di quella che sarà quasi certamente l’ultima
delle cartoline ricevuta dal marito datata 30 aprile 1918, il quale scrive del
proprio stato di salute certamente non ottimale.
Anche in questa cartolina ricorre
l’argomento delle continue spedizioni di pacchi viveri verso i propri cari in
prigionia, la particolarità che assume la cartolina della signora Emma è la
descrizione dei generi alimentari inviati, impressiona la varietà e la qualità
degli stessi; latte, cioccolata e biscotti, concretizzano l’amore della moglie
verso il marito così distante e malato.
La cartolina come si vedrà meglio
nelle successive annuncia la nascita di un bambino.
Segue.
4.6.18
Adorato consorte dopo un lungo
soffrire ho ricevuto la tua cartolina di 30 aprile dove sento che la tua salute
non è ottima, ne sono molto dispiacente molto, vorrei sapere di quello che hai.
Attilio non hai ricevuto niente da me? Ti ho 6 pacchi, ti ho scritto
settimanalmente, oggi ti ho fatto un altro pacco contenente, caffè, riso,
pasta, sale, latte, dadi Maggi, cioccolata, biscotti, pane. Oggi stesso ti ho
fatto telegramma.
Noi di salute stiamo bene come
voglio sperare anche tu vada migliorando. Non guardare se non è il mio
carattere ho fatto solo per vedere se la ricevi prima se è scritto più chiaro
ho di bambino lo sai? E’ molto bello. Ti saluto ti bacio insieme ai piccini,
tua sposa Emma, baci di tuoi e miei, coraggio.
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