Nel 1943, al termine della ritirata, agendo per differenza tra il numero dei presenti al momento dell’attacco e i superstiti si indicò la cifra di 84.830 uomini mancanti, considerati come perdite, includendovi i caduti, i Dispersi ed i Prigionieri. Nel 1946 tale cifra fu confermata, anche se non aggiornata, in quanto rientrando dalla prigionia 10.030 uomini, le perdite avute dovevano necessariamente assommare a 74.800 Caduti e Dispersi e 10.030 prigionieri.
Tralasciando le varie fonti sovietiche che sono inficiate dalla propaganda di guerra e dal clima conflittuale della guerra fredda, nel 1989 il Libro D’Oro che si conserva al Tempio di Cargnacco indica in 69.043 il totale dei Caduti e Dispersi della Campagna.
Nel 1955, il rapporto UNIRR, nella sua ricostruzione, accerta che le perdite in termini di caduti e Dispersi sono 84.830 a cui devono essere aggiunti i 10.030 uomini restituiti dalla URSS che erano considerati Caduti o Dispersi. Il totale quindi delle perdite ammonta a 94.860 come cifra reale delle perdite.
Nel 2001, la ricerca in corso presso la Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dalla Guerra di liberazione e dall’Internamento promossa dalla Società Italiana di Storia della Prigionia ha individuato la cifra di 99.076 il numero dei Caduti e Dispersi, cifra che deve essere ulteriormente variata in base ai dati acquisiti di recente. Con il Progetto Storia in Laboratorio si avvia il tentativo di dare un ulteriore contributo alla individuazione sempre più precisa del totale delle Perdite.
Le Perdite ammontano alla metà delle forze impiegate è quasi pari a quella indicata dalla relazione Sovietica degli anni sessanta.
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