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mercoledì 7 dicembre 2011

Prigionia in Urss - Il Calcolo delle Perdite 8. Un ulteriore tentativo di sapere il numero esatto delle Perdite di questa Campagna


L’UNIRR, nel lodevole tentativo di avere ulteriore chiarezza su questo argomento estremamente delicato, grazie a Paolo Resta e a Carlo Vicentini ha prodotto sul finire degli anni ’90 una pubblicazione di estremo interesse:
“L’Albo d’Oro dei Caduti, Dispersi, morti in prigionia del CSIR e ARMIR”. Sono quindici volumi, rilegati in modo speditivo, articolati per le lettere alfabetiche, contenente il grado, il cognome e nome, la data di nascita, il luogo, l’unità di appartenenza, la data della scomparsa e infine un codice che ne indica la causa delle scomparsa. Il totale di questi volumi in termini di pagine è di 3.426 pagine contenenti 26 nomi ciascuna. Molte pagine portano variazioni, o 25 o 24 nominativi, ma anche 27 e 28 nominativi, frutto degli interventi successivi. Ma la frequenza di queste schede variate ha una percentuale molto bassa, sull’ordine del 1-2%. Questa raccolta di nomi è stata possibile attuarla integrandola con i dati raccolti negli  anni 1992-1994 a seguito degli accordi tra l’Italia e la Russia su questo specifico problema. Resta e Vicentini, a cui anche qui non può non andare il plauso per quanto hanno fatto, hanno aggiornato continuamente le varie pagine, a seconda delle variazioni in arrivo.

 Nell’ambito della Società Italiana di Storia della Prigionia,  che alla fine degli anni 90 agiva in seno alla Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, Dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione, che aveva ed ha come segretario generale Enzo Orlanducci,  fu  avviato un progetto di ricerca, a base informatica, volto ad elencare per Cognome e Nome, Reparto, luogo e data di nascita, luogo e data di morte, motivi della morte, rientro in Patria, i non ritornati, i dati raccolti dall’UNIRR grazie al lavoro di Carlo Vicentini ed Aldo Resta.
I progetto, articolato in quattro fasi, si attuò materialmente completamente solo nella sua prima fase  (1999-2001). La seconda fase (2002-203) si attuò solo al 50% e poi il progetto, per varie cause, non fu portato a termine nell’ambito della A.N.R.P.[1] 
Ad una prima analisi del materiale a disposizione il numero dei Caduti, Prigionieri e Dispersi superava le 89.000 unità, [2] che era il dato del 1946 e sempre considerando quello “ufficiale”[3] porta ad avere formulato una prima conclusione. Infatti dalle proiezioni delle 3246 pagine elaborate, intese come schede base composte  da 26 unità nominative (con variazioni al proprio interno) risulta che il totale  del Caduti, Dispersi  e Deceduti in prigionia assommino alla cifra di 89.000. A questa cifra totale occorre aggiungere, quindi, quella ben definita d 10030 soldati italiani rientrati dalla prigionia in terra sovietica.
Il totale delle perdite subite nella campagna di Russia, quindi, secondo il progetto messo in atto presso la A.N.R.P., attuato per il 40-45%, ma che con un accettabile calcolo in base alle proiezioni dedotte  ammonta a circa 99.000  unità. Una cifra che va presa naturalmente con tutte le cautele del caso, ovviamente soggetta a variazioni, ma non oltre il range delle centinaia di unità, che ha il pregio ed il vantaggio di dimostrare che la cifra ufficiale del 1946, che fa risalire a 84.000 i Caduti, Dispersi e Prigioni non può più essere accettata.


[1] Questo nonostante il buon volerei tutti. Ma il mancato sostegno di ulteriori risorse umane ha fatto si che tutto fu congelato. La malattia prima e la morte poi di Aldo Resta portarono ad un ulteriore arresto del progetto.
[2] Il Materiale è stato messo a disposizione dal S.Ten. Paolo Resta, Reduce di Russia,  che ha ordinato quanto raccolto dal s.ten. Paolo Vicentini per conto dell’UNIRR. Attualmente sono stati messi su base informatica 39.000 nomi, e necessitano ancora oltre 17 mesi di lavoro per completare la ricerca.
[3] Inserire nota 22 del’articolo

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